Il primo faccia a faccia tra Vladimir Putin e Donald Trump, venerdì a margine del vertice del G20 di Amburgo, è durato più di due ore, durante le quali s'è cercato di ridare alla relazione tra Mosca e Washington un'apparenza meno conflittuale.
I due presidenti hanno parlato delle crisi ucraina e siriana, che li vedono schierati su fronti, se non opposti, per lo meno diversi, di lotta al terrorismo e di sicurezza in rete e in ambito tecnologico.
L'incontro è stato preceduto dai classici convenevoli: vigorosa stretta di mano, dichiarazioni educatamente diplomatiche e affermazioni ottimistiche sull'esito del colloquio.
Di atmosfera costruttiva, ha parlato il capo della diplomazia russa Serghei Lavrov. Gli ha fatto eco il suo omologo statunitense Rex Tillerson, a detta del quale tra i due s'è creata un'alchimia positiva. E almeno un risultato concreto è stato raggiunto, visto che è stata concordata un'alleanza per far rispettare la tregua in vigore nel sud-ovest della Siria in modo da permettere l'accesso agli aiuti umanitari. Putin è inoltre tornato a sottolineare che non c'è stata alcuna ingerenza da parte del suo paese dell'elezione del dirimpettaio.
AFP/dg
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