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Quelle armi che dividono l’America

La testimonianza della madre di uno dei bambini uccisi nel 2022 in una scuola elementare di Uvalde

  • 1 novembre, 20:33
  • 2 novembre, 09:45
05:00

SEIDISERA del 01.11.2024 Il servizio di Andrea Vosti

RSI Info 01.11.2024, 20:32

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Di: Andrea Vosti 

Non fa notizia come l’inflazione oppure come l’immigrazione illegale, i due temi che più preoccupano l’elettorato, eppure il tema delle armi e del loro controllo rimane una constante nel dibattito politico negli Stati Uniti, specialmente in un’annata elettorale. Un po’ perché è un tema che da sempre divide la politica e la società, un po’ perché stragi e sparatorie sono ormai una ricorrenza quasi quotidiana, in un Paese dove il numero delle armi in circolazione supera il totale della popolazione.

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Il memoriale dedicato alle vittime della strage eretto davanti alla scuola elementare, nel frattempo chiusa

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Secondo un recente studio del Commonwealth Fund, in alcuni Stati americani ogni anno il numero delle vittime delle armi da fuoco è comparabile a quello che si registra in zone di conflitto. Per esempio, in Mississippi – stato del Sud conservatore e roccaforte Repubblicana – il numero di morti ogni centomila abitanti è addirittura il doppio di quello di Haiti, isola caraibica dove è in corso una guerra tra le gang criminali e le debolissime istituzioni statali.

Soltanto quest’anno negli USA ci sono state 22 sparatorie di massa, quindi con quattro o più vittime, mentre in 58 casi le armi sono state usate all’interno di edifici scolastici. Senza dimenticare due tentativi – di cui uno fallito per una questione di millimetri - di assassinare un ex presidente.

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Kimberly Mata-Rubio, madre di Lexi, uccisa alla Robb Elementary School di Uvalde il 24 maggio 2022

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Ebbene, ogni volta, dopo ogni tragedia, la politica ha riproposto l’identico siparietto. Con i Democratici a chiedere la messa al bando dei fucili d’assalto e con i Repubblicani a denunciare un altro assalto, quello al secondo emendamento della Costituzione.

Ma al di là dello scontro politico, la violenza delle armi ha un profondo impatto sulla vita di chi viene toccato in modo diretto dal problema. Come Kimberly Mata-Rubio, che due anni e mezzo fa ha perso la figlia Lexi nella strage alla Robb Elementary School di Uvalde, in Texas, e che da quel giorno cerca di onorare il sacrificio della figlia battendosi per una riforma del sistema. Per impedire che in futuro un diciottenne con problemi psicologici – come il giovane che ha ucciso Lexi, 19 compagni e due maestri – possa acquistare, senza troppe difficoltà, un fucile semiautomatico.

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