Se si è parlato di qualche cosa in questa strana campagna elettorale 2022, è stato d’immigrazione, in particolare di grande sostituzione. L’idea, coniata dal teorico di estrema destra Renaud Camus, teorizza la sostituzione della popolazione europea, bianca e cristiana, con quella nera e musulmana proveniente dall'Africa.
Nonostante sia una teoria della cospirazione e le statistiche smentiscano tale sostituzione, ben il 67% dei francesi -a destra ma anche a sinistra- si sente inquieto perché crede possa accadere. Il polemista di estrema destra Éric Zemmour l’ha fatta sua trasformandola in vero mantra del suo partito Réconquête! Marine Le Pen, del Rassemblement National, l’ha ripresa più volte e persino Valérie Pécresse della destra repubblicana l’ha citata. Insomma, il grand remplacement è stato sdoganato.
Per far fronte a questa presunta invasione, tutta la destra, moderata o meno, ha in programma l'eliminazione dello ius soli e del ricongiungimento familiare, ai quali Zemmour aggiunge l’espulsione degli stranieri dopo 6 mesi di disoccupazione, Le Pen la fine dell’acquisizione della nazionalità attraverso il matrimonio e Valérie Pécresse l’introduzione di quote di immigrati per mestiere e paese.
Il presidente uscente parla invece di rinforzare le frontiere dell’UE, ma anche della creazione di una “forza di frontiera” per proteggere i confini nazionali dall’immigrazione, un paradosso per un paese immerso nello spazio Schengen. Macron, del resto, si è già mosso in questo senso nel novembre 2020 aumentando da 2'400 e 4'800 i poliziotti spiegati proprio sui confini francesi con Spagna e Italia, dove i controlli e i respingimenti sono aumentati.
A Hendaye, sul confine spagnolo, dopo gli attentati del Bataclan si è sospeso l’accordo Schengen e si è reintrodotto il controllo della frontiera, poi rinnovato più volte anche per il Covid, ma "di fatto si è trasformato in un metodo di gestione dell'immigrazione molto forte" ci dice Tom Dubois, ex poliziotto alla frontiera che a quei controlli prendeva parte.
La polizia a Hendaye di fatto ferma solo neri e magrebini, contravvenendo alle leggi repubblicane che impediscono controlli sull'aspetto fisico dei cittadini. Il paradosso però è che praticamente tutte le persone che vogliono passare alla fine ce la fanno. “Questa è una frontiera ridicola, i controlli servono solo aumentare la sofferenza dei migranti che però, se non al primo, al quinto tentativo finiscono per passare, lo sanno tutti" ci dice Jon Aranguren dell'associazione rete di accoglienza di Irún.
Tra la cittadina spagnola e la francese sono passate circa 40'000 persone sans papiers negli ultimi tre anni e mezzo, da quando anche dalla Spagna sono iniziati arrivare i migranti diretti in Francia e nel nord dell'Europa, facendo dei Pirenei il secondo punto di passaggio di migranti dopo le Alpi italiane.
“Siamo in campagna elettorale e abbiamo visto che, oltre all'aumento dei controlli sulla frontiera, c'è stata anche una diminuzione delle concessione di permessi di soggiorno, per noi è inaccettabile” ci dice Maia Fontang, portavoce della federazione e Etorkinekin, che continua: "so che più di più di un terzo della popolazione vota per partiti che chiedono un indurimento della politica migratoria, ma noi siamo qui proprio per mostrare che questi migranti non fanno niente di male".
L'immigrazione e la presunta minaccia che rappresenterebbe l'identità nazionale sono state al centro della dinamica elettorale che si è sviluppata in questa campagna elettorale praticamente solo a destra, lasciando la sinistra quasi senza voce su questo tema.
Secondo i sondaggi il secondo turno delle presidenziali vedrebbe un faccia a faccia tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen, il primo vuole indurire le possibilità di accesso dei cittadini stranieri, la seconda le vuole restringere drasticamente, cambiando la costituzione, garante dell'uguaglianza fra i cittadini, per togliere, a chi arriva in Francia, parte dei diritti.