Anche la quarta votazione per eleggere il successore di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica italiana si è conclusa con un nulla di fatto. Il quorum non è stato raggiunto: come durante le precedenti tornate, astenuti e schede bianche hanno avuto la meglio. Il candidato più votato resta l'attuale capo dello Stato - 166 preferenze - ma il risultato è frutto di tentennamenti tattici da parte dei partiti.
Il cammino verso l'elezione resta complesso ma sembra delinearsi qualche apertura, anche perché da oggi, giovedì, è sufficiente la maggioranza semplice, non più quella dei due terzi dei grandi elettori (deputati, senatori e delegati regionali, riuniti per l'occasione a Montecitorio, sede della Camera).
Alla ricerca di un profilo super partes
Prima dell’inizio del voto, il centrodestra si è riunito e ha deciso di non tentare una forzatura votando un nome di parte (ieri era stato avanzato più volte il nome della presidente del Senato Elisabetta Casellati, berlusconiana della prima ora). Questo perché, nel caso di una tale eventualità, il segretario del Partito democratico (PD) Enrico Letta aveva già avvertito di essere intenzionato di mandare a monte tutto, Governo Draghi compreso.
Al momento, perciò, va avanti la ricerca di una personalità super partes che possa vantare un profilo di alto valore istituzionale. E sempre in queste ore si sono incontrati anche gli esponenti del fronte PD/5Stelle, con la chiara volontà di definire una lista di potenziali nominativi bipartisan.
Rimane il vivo auspicio che tutti i partiti politici possano trovare un punto d'incontro, ma non sarà una passeggiata. Infatti, pressoché ogni singolo movimento politico rappresentato in Parlamento evidenzia varie correnti che ne dominano le dinamiche e pretendono obiettivi opposti, mentre i leader dei partiti, fondamentalmente, non controllano i gruppi parlamentari. Ciò conferma che “trovare una quadra” non sarà una cosa facile.
Personalità che salgono, scendono, appaiono e scompaiono
E parlando di nomi va detto che l’attuale premier Mario Draghi resta sullo sfondo di una lista in cui Pierferdinando Casini, il senatore ex presidente della Camera che pareva la personalità che poteva metter tutti d’accordo, perde quota (e quote) con il passare delle ore, mentre una possibile candidatura "decisiva", il costituzionalista Sabino Cassese, è stato subito frenato dall’ostilità del leader 5Stelle Giuseppe Conte, che Cassese criticò duramente per l’overdose di decreti da lui varati senza passare dal Parlamento durante le prime ondate del Covid-19 nel 2020.
Elisabetta Belloni
Così, tra bocciature severe e "promozioni" improbabili - mercoledì tra i nomi votati a caso c'era pure il conduttore del Festival di Sanremo, Amadeus - crescono le quotazioni di Elisabetta Belloni, che da sette mesi è a capo dei servizi segreti e ha una vasta esperienza diplomatica e al Ministero degli Esteri. Elisabetta Belloni è stata nominata nel suo attuale ruolo da Mario Draghi. Ma nuovi nomi di papabili possono emergere ancora, nelle prossime ore.
Il Faro: Meno male che Silvio (non) c'è
Telegiornale 25.01.2022, 21:00
La quarta votazione
Nel quarto scrutinio per l'elezione del presidente della Repubblica gli astenuti sono stati 441 mentre le schede bianche sono scese a 261. L'attuale capo dello Stato Sergio Mattarella è salito dai 125 voti di mercoledì a quota 166. Nino di Matteo, candidato da Alternativa c'è e dagli ex 5Stelle al posto del giurista Maddalena, ha ottenuto 56 voti mentre otto voti sono andati a Luigi Manconi, sei vanno alla ministra Marta Cartabia, cinque al premier Mario Draghi, quattro a Giuliano Amato, tre a Pierferdinando Casini e due a Elisabetta Belloni. Le nulle sono state cinque, mentre i voti dispersi sono stati 20. In tutto i presenti erano 981, di cui 540 i votanti. Il quorum è sceso a quota 505 e la quinta votazione è prevista domani, venerdì, a partire dalle 11.00.