Mondo

Rafah: gli USA mettono in guardia Israele

Gli Stati Uniti vogliono scongiurare un’operazione di terra nella città a sud della Striscia, dove la situazione è sempre più grave - Non sono cessati gli attacchi nella notte, anche sul Mar Rosso

  • 19 marzo, 08:45
  • 19 marzo, 11:58
Gaza

Una famiglia pranza tra i resti della sua casa

  • Keystone
Di: Agenzie/LP 

Un’operazione di terra su Rafah sarebbe un errore: questa è la convinzione degli Stati Uniti che nelle ultime ore hanno tentato nuovamente di dissuadere Israele dal suo dichiarato intento. Il presidente Joe Biden ha richiesto lunedì sera al primo ministro Benjamin Netanyahu l’invio di una missione diplomatica israeliana a Washington, per discutere di possibili alternative. Il premier ha accettato.

La proposta statunitense fa seguito alla terribile situazione umanitaria che grava sulla Striscia di Gaza, dove l’accesso ai più basilari bisogni è tragicamente compromesso. A riguardo, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha parlato di “gravi livelli di insicurezza alimentare”, precisando che mai prima d’ora “un’intera popolazione è stata classificata in questo modo”.

Le condizioni della popolazione palestinese a Gaza sono state sottolineate anche dal segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che in un post su X ha parlato di un’ “imminente carestia” nella zona settentrionale della Striscia. “Un disastro interamente provocato dall’uomo” ha aggiunto in un altro post, chiedendo un immediato cessate il fuoco umanitario.

Nel frattempo, in Qatar sono iniziati nuovi negoziati per un cessate il fuoco e il rilascio di ulteriori ostaggi. Si presume che i colloqui possano durare almeno due settimane, durante le quali si discuterà di una nuova proposta di mediazione offerta da Hamas. Nella nuova missiva il gruppo terroristico ha avanzato nuove condizioni per la fine della guerra, senza più citare un possibile scambio tra ostaggi e prigionieri palestinesi. Condizioni che comunque non hanno trovato i favori di Israele, che ha continuato a tacciare le richieste come irrealistiche. Il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan ha tuttavia espresso ottimismo sul raggiungimento di una possibile intesa.

A tal fine, nei prossimi giorni il segretario di Stato Antony Blinken si recherà in Arabia Saudita ed in Egitto per discutere nuove soluzioni per garantire il cessate il fuoco e per aumentare gli aiuti umanitari al territorio palestinese.

Sempre fumo su Gaza

Intanto nella notte su martedì le Forze di difesa israeliane (IDF) hanno effettuato diverse operazioni su Gaza. La missione più massiccia è stata quella diretta contro l’ospedale di Al-Shifa (il più grande della Striscia), dove – secondo l’IDF – erano nascoste diverse squadre di Hamas. Secondo il portale ufficiale dell’esercito israeliano, le IDF hanno ucciso almeno una quarantina di guerriglieri e ne hanno arrestati oltre duecento. Anche un importante officiale di Hamas, Faiq Mabhouh, è stato ucciso durante i combattimenti nel nosocomio.

01:35

Attacco israeliano a un ospedale di Gaza

Telegiornale 18.03.2024, 12:30

Sempre nella notte, raid di Israele hanno colpito la parte meridionale della Striscia, colpendo diversi quartieri nella città di Rafah. A dichiararlo è la testata palestinese Wafa, che parla di almeno 14 morti, tra i quali anche diversi bambini.

Secondo Wafa anche altri attacchi si sarebbe verificata a Gaza, in particolare si segnala un bombardamento avvenuto lunedì pomeriggio nella parte settentrionale dell’enclave. Un appartamento è stato colpito e almeno otto palestinesi hanno perso la vita.

Mar Rosso: alta marea

E la maretta non sembra volersi calmare nemmeno nel Mar Rosso. Lunedì le forze armate del Comando centrale degli Stati Uniti (Centcom) hanno distrutto per autodifesa sette missili antinave, tre veicoli aerei senza pilota e tre depositi di stoccaggio di armi in aree dello Yemen controllate dagli Houthi.

È quanto il Comando ha comunicato in un post su X. “Queste armi - si legge - rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le navi della marina americana nella regione. Queste azioni sono intraprese per proteggere la libertà di navigazione e rendere le acque internazionali più sicure per la Marina americana e le navi mercantili”.

Correlati

Ti potrebbe interessare