Raid aerei israeliani hanno causato almeno 28 morti fra cui 10 bambini sabato mattina a Rafah, poche ore dopo che il premier Benyamin Netanyahu aveva annunciato di aver chiesto all’esercito un piano di evacuazione dei civili dalla città nel sud della Striscia di Gaza, preludio di un intervento via terra i cui tempi non sono ancora noti.
La località ospita ormai più della metà dei 2,3 milioni di abitanti della Striscia, fra cui centinaia di migliaia di profughi rifugiatisi man mano sempre più a sud di fronte all’avanzata israeliana. La situazione umanitaria è disperata.
Rafah attende l'offensiva israeliana
Telegiornale 10.02.2024, 20:00
Israele ha attaccato la città dal cielo senza sosta negli ultimi giorni, anche dopo aver indicato alla popolazione di trovarvi rifugio dai combattimenti in corso a Khan Younis, appena più a nord. In quest’ultimo centro, secondo un portavoce palestinese l’esercito ha aperto il fuoco contro l’ospedale Nasser, in cui si trovano 300 fra medici e infermieri, 450 pazienti e 10’000 sfollati. La Mezzaluna rossa locale afferma inoltre che i soldati sono entrati in un altro ospedale, quello di al Amal e “trascorso circa 10 ore a perquisire la struttura interrogando e picchiando personale e pazienti, danneggiando attrezzature e rubando denaro ed effetti personali”. Otto dipendenti sono stati portati via. E la Mezzaluna rossa accusa i soldati israeliani anche di avere aperto il fuoco in modo indiscriminato anche sull’ambulanza mandata a soccorrere una bambina di 6 anni, finita con la famiglia sotto il fuoco dei militari a Gaza City. I corpi della bimba, degli zii e di tre cugini sono stati ritrovati dentro un’auto e recuperati a due settimane dai fatti. La sua storia aveva fatto il giro dei social, grazie alle registrazioni delle sue richieste di aiuto. A poca distanza c’erano anche i cadaveri dei due soccorritori.
Hamas teme che un attacco a Rafah possa provocare altre decine di migliaia di vittime, in aggiunta ai quasi 28’000 uccisi di questi cinque mesi, e ha chiesto la convocazione di una riunione di urgenza del Consiglio di sicurezza dell’ONU. Ma l’eventualità di un’offensiva di terra preoccupa anche in Occidente, pure fra gli alleati di Israele. La ministra degli esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha dichiarato che si tratterebbe di una “catastrofe umanitaria” e ha preannunciato un nuovo viaggio nello Stato ebraico. Anche l’amministrazione Biden ha messo in guardia da un prevedibile disastro. La crescente tensione fra il presidente statunitense e Netanyahu è culminata in una rara critica da parte dell’inquilino della Casa Bianca, che ha definito “eccessiva” la reazione israeliana agli attacchi del 7 ottobre. Il sostegno di Washington allo Stato ebraico non è però rimesso in discussione.
Rafah attende l'offensiva israeliana
Telegiornale 10.02.2024, 20:00