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Reporter italiani nel Kursk, non si placano le polemiche

I servizi di due giornalisti RAI in Russia irritano Mosca e l’azienda li richiama in Italia. Scatta la critica dai sindacati di settore e il Cremlino punta il dito contro un altro corrispondente

  • Oggi, 13:21
  • Oggi, 13:26
I due giornalisti sono entrati in Russia dopo l'offensiva ucraina

I due giornalisti RAI sono entrati in territorio russo dopo l'offensiva ucraina iniziata il 6 agosto scorso

  • Keystone
Di: RG/ANSA/RSI Info

Non si placano le polemiche in Italia per il caso dei due giornalisti della RAI, Stefania Battistini e Simone Traini, che la scorsa settimana sono entrati al seguito delle truppe ucraine nell’oblast russo di Kursk. Dopo che il Cremlino ha convocato l’ambasciatrice italiana per condannare l’accaduto e protestare per l’ingresso illegale in territorio russo, i due reporter sono stati fatti rientrare in Italia.

Va ricordato che la regione è teatro dell’offensiva a sorpresa dell’esercito di Kiev, iniziata lo scorso 6 agosto e difficile, se non impossibile, da documentare per i media stranieri. La Battistini e Traini vi sono invece riusciti, filmando non solo aree di confine, ma viaggiando sulle tracce dei blindati di Kiev che penetravano in territorio nemico. I due giornalisti italiani hanno del resto realizzato un documentario nella città di Suzha, uno dei centri principali nell’oblast di Kursk

Tale impegno ha tuttavia scatenato la reazione di Mosca, secondo la quale i reporter in Ucraina per conto della RAI hanno attraversato illegalmente la frontiera con la Federazione russa, non avendo il visto necessario per entrare nel Paese.

I vertici dell’azienda nei giorni scorsi hanno fatto rientrare i due giornalisti prima a Kiev e poi in Italia, fatto questo ha suscitato uno strascico di polemiche ulteriore. I vertici RAI hanno dichiarato che con tale mossa si volevano difendere i due reporter, ma i sindacati dei giornalisti dell’informazione pubblica si sono invece indignati, segnalando che così facendo si fa retromarcia su uno scoop giornalistico e si lede il diritto fondamentale a essere informati.

Stefania Battistini e Simone Traini sono stati presi di mira sui social, accusati di essere dei fanatici e di fare informazione di parte. Ma in questo contesto va ricordato che la Russia ha inviato molti cosiddetti mil-blogger – ossia dei blogger al seguito delle sue di truppe nelle regioni ucraine che ha invaso – per raccontare le operazioni militari e tutto ciò senza chiedere alcun visto a Kiev.

L’irritazione del Cremlino contro i giornalisti italiani che documentano ciò che accade in Ucraina dall’inizio dell’invasione il 24 febbraio 2022 riguarda anche un altro reporter RAI, Ilario Piagnerelli. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, si è scagliata contro di lui e i media italiani, accusandoli di “elogiare i neonazisti ucraini mentre posano in reportage indossando simboli delle SS”.

La Zakharova, in particolare, fa riferimento a un servizio realizzato da Piagnerelli dal teatro di guerra ucraino. Ha dichiarato infatti che “in precedenza, il corrispondente aveva già riferito di storie su Bucha e su un neonazista morto appartenente a Settore Destro, fuorilegge in Russia. Ora ha raggiunto un nuovo livello dopo aver fatto una video intervista mostrando un uomo che indossa un berretto con il segno di una Divisione delle SS”.

La risposta italiana alle accuse del Cremlino non è ancora arrivata, ma la situazione potrebbe esacerbare ulteriormente i rapporti già tesi tra i due Paesi.

RG 12.30 del 19.08.2024 - Il servizio di Chiara Savi

RSI Info 19.08.2024, 13:08

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