Dopo 44 giorni di conflitto tra settembre e novembre si è conclusa con un cessate il fuoco la guerra tra Armenia e Azerbaigian in Nagorno Karabakh, un’area disputata tra i due paesi fin dal crollo dell’Unione Sovietica. Nei primi anni ’90 l’Armenia riuscì a prendere il controllo dell’area montagnosa del Karabakh, evacuando anche città abitate per la stragrande maggioranza da azeri dove, dopo aver evacuato la popolazione, i soldati armeni hanno creato avamposti militari.
RG 12.30 del 12.12.2020 Il reportage di Filippo Cicciù
RSI Info 12.12.2020, 19:36
Contenuto audio
In quasi trent’anni, queste zone si sono trasformate in città fantasma dove, tra le case abbandonate e distrutte, i militari armeni hanno costruito le loro posizioni per difendere il Nagorno Karabakh. Dall’inizio degli anni ’90 il conflitto non si è mai propriamente arrestato ma a fine settembre la guerra è riesplosa violentemente e l’Azerbaigian, anche grazie a equipaggiamento militare fornito dalla Turchia di Erdoğan, è riuscito a prevalere nel conflitto riprendendo possesso di queste zone. Gli armeni sono ancora presenti in alcune zone del Nagorno Karabakh in questo momento supervisionate dall’esercito russo. I profughi azeri cacciati a inizio anni ’90 hanno potuto tornare a rivedere i loro paesi dopo quasi trent’anni, trovandovi desolazione e campi minati che in questo momento stanno venendo bonificati dai soldati dell’Azerbaigian.