Il tribunale dell’Aja ha pronunciato martedì il suo verdetto: “Non ci sono prove del coinvolgimento del partito Hezbollah nell’attentato che costò la vita nel 2005 a Rafik Hariri”. Ciò sebbene, ha sottolineato il Tribunale speciale per il Libano presieduto da David Re, il partito sciita libanese, (detto il “Partito di Dio”) e il Governo siriano "potrebbero aver avuto" dei motivi per uccidere l’ex premier.
È infatti un rapporto tormentato quello tra la Siria e il Libano (territorio che il regime di Bassar al-Assad ha sempre considerato il suo cortile di casa). L’omicidio di Hariri si innesta in un gioco di potere molto ampio tra le forze legate all’occidente (USA, Arabia Saudita) e il Medioriente sciita siriano e iraniano.
A farne le spese sembrano essere sempre e comunque le classi più disagiate della popolazione, oggi alle prese anche con un terribile “incidente” (l’esplosione al porto di Beirut) che, vista la situazione geopolitica, potrebbe anche non essere accidentale. Per tentare di comprenderne meglio i retroscena: un brevissimo ritratto di chi fu Rafik Hariri. (Nel video in testa all’articolo)