Alexei Navalny, segretario del Partito del progresso e principale oppositore del presidente russo Vladimir Putin, è stato ritenuto colpevole di appropriazione indebita da un giudice del tribunale di Kirov. In base alla legge russa, l’avvocato e attivista non potrà candidarsi alle elezioni presidenziali previste per il 2018.
I magistrati hanno chiesto e ottenuto una condanna a cinque anni di reclusione con la condizionale, oltre a una multa di 500'000 rubli. La sentenza è stata tuttavia sospesa.
Il blogger che si era recato in aula già con la valigia pronta, nel caso in cui gli fosse stato imposto di scontare la pena in carcere, ha dichiarato di voler ricorrere in appello e ha ribadito la sua intenzione di candidarsi comunque alla presidenza della Federazione russa, sostenendo che l'esito del processo sia la prova di quanto il Cremlino lo consideri un personaggio politico "molto pericoloso".
La sentenza di oggi, mercoledì, giunge a termine della riedizione del processo “kirovles”, già dichiarato “illegittimo” dalla Corte europea per i diritti umani e, per questo motivo, riaperto.
Reuters/mamo