Donald Trump ha dichiarato martedì di riconoscere l'ingerenza della Russia nelle elezioni statunitensi, provando così a smorzare le polemiche scoppiate dopo le sue dichiarazioni rilasciate il giorno precedente a Helsinki.
RG 07.00 del 18.07.2018 Il servizio di Thomas Paggini
RSI Info 18.07.2018, 09:49
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RG 07.00 del 18.07.2018 Il servizio di Thomas Paggini
RSI Info 18.07.2018, 09:49
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Lunedì, infatti, durante la conferenza stampa congiunta con Vladimir Putin, l'inquilino della Casa Bianca aveva detto: "Non vedo perché la Russia avrebbe dovuto interferire", schierandosi di fatto con il Cremlino e contro il lavoro di indagine svolto dall'FBI.
RG 08.00 del 18.07.2018 Il servizio di Thomas Paggini
RSI Info 18.07.2018, 10:05
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Una mossa che ha suscitato aspre critiche anche nel suo stesso partito. Il senatore John McCain ha bollato la presa di posizione di Trump come "una delle performance più vergognose da parte di un presidente americano che si ricordino". Anche i leader repubblicani di Camera e Senato, Paul Ryan e Mitch McConnel, hanno preso le distanze dalle dichiarazioni del presidente, tornando a condannare l'operato di Mosca.
RG 12.30 del 18.07.2018 La Russia non si scompone: la corrispondenza di Giuseppe D'Amato
RSI Info 18.07.2018, 15:03
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Poche ore dopo è arrivata la marcia indietro del presidente. "Mi rendo conto che c'è bisogno di una chiarificazione: volevo dire 'non vedo perché la Russia non debba essere ritenuta responsabile' per le interferenze nelle elezioni americane", ha spiegato in una conferenza stampa a Washington, ribadendo di avere "piena fiducia nell'intelligence degli Stati Uniti".
AP/AFP/ANSA/eb