Quattordici marinai russi sono morti lunedì nell’incendio divampato a bordo di un sottomarino. Lo ha reso noto martedì il Ministero della difesa, precisando che l'incidente è avvenuto in un sottomarino che è abitualmente adoperato per lo studio degli ambienti marini e del fondo degli oceani.
I marinai sono deceduti a causa delle esalazioni tossiche provocate dalle fiamme, che si sono scatenate durante un’operazione tesa a raccogliere dati sui fondali. Il naviglio è basato a Severomorsk, località situata nella regione di Murmansk, nell’Artico.
Le autorità hanno reso noto che il rogo è stato domato e che il sommergibile è rientrato a Severomorsk. Un’inchiesta dell’esercito russo è stata aperta per determinare le cause dell'incendio, che ricorda la tragedia del sottomarino nucleare Kursk, fiore all’occhiello della flotta di Mosca, affondato con 118 uomini a bordo il 12 agosto 2000: 23 marinai sopravvissero all’esplosione avvenuta a bordo, per poi morire nelle ore seguenti mentre aspettavano i soccorsi.