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Sanchez: riconoscere lo Stato di Palestina “una necessità”

Il premier spagnolo conferma l’esigenza di tale passaggio per “raggiungere la pace” tra israeliani e palestinesi. Norvegia e Irlanda compiono lo stesso passo, facendo infuriare Israele

  • 28 maggio, 10:00
  • 25 settembre, 12:37
Per Sanchez riconoscere lo Stato di Palestina è una necessità

Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha affermato che riconoscere lo Stato di Palestina è una necessità

  • Keystone
Di: AFP/RSI Info 

Il riconoscimento dello Stato di Palestina è “una necessità” per “raggiungere la pace” tra israeliani e palestinesi, oltre a essere “una questione di giustizia storica”, ha dichiarato martedì il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez. In una breve dichiarazione in spagnolo e inglese, poche ore prima del riconoscimento di uno Stato palestinese da parte del governo di sinistra spagnolo, Sanchez ha aggiunto che questa decisione non è stata presa “contro nessuno, tanto meno contro Israele”.

Già ieri, lunedì, a Bruxelles il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares aveva insistito sul fatto che “il riconoscimento dello Stato di Palestina è una questione di giustizia per il popolo palestinese”, un concetto poi sostenuto dai suoi omologhi irlandese e norvegese.

Infatti, sempre oggi, martedì, pure l’Irlanda e la Norvegia hanno riconosciuto ufficialmente uno Stato palestinese. La decisione era stata annunciata mercoledì scorso in modo coordinato dai rispettivi primi ministri.

I tre Stati europei - due dei quali sono membri dell’UE (Spagna e Irlanda) – mirano a far sì che la loro iniziativa abbia un forte impatto simbolico, in grado di incoraggiare altre nazioni a unirsi a loro. Inoltre, così ricordano il ruolo svolto da Norvegia e Spagna nel processo di pace in Medio Oriente durante gli anni ‘90. Madrid ospitò infatti una conferenza di pace arabo-israeliana nel 1991, due anni prima degli accordi di Oslo del 1993.

La Norvegia ha salutato il riconoscimento dello Stato palestinese come un giorno speciale e ha denunciato la mancanza di “impegno costruttivo” da parte di Israele per una soluzione a due Stati. Il governo di Oslo, per voce del ministro degli Esteri Espen Barth Eide ha dichairato che “la Norvegia è stata uno dei più ferventi difensori di uno Stato palestinese per più di 30 anni”. “Il giorno in cui la Norvegia riconosce ufficialmente la Palestina come Stato - aggiunge - è da considerare un giorno speciale per le relazioni Norvegia-Palestina.”

Gli ha fatto eco pressoché in contemporanea l’Irlanda, che ha formalizzato il riconoscimento dello Stato palestinese, come annunciato nei giorni scorsi dai vertici di Dublino. Ad ufficializzarlo è stato un Consiglio dei ministri ad hoc riunito sotto la presidenza del nuovo primo ministro, Simon Harris. E per l’occasione, davanti alla Leinster House, il palazzo del Parlamento irlandese, la bandiera palestinese è stata issata accanto a quelle dell’UE e dell’Ucraina.
 

Israele: Madrid “complice” degli appelli al ‘genocidio’ degli ebrei

Non si è fatta attendere la dura replica dei vertici di Israele, per i quali la Spagna diventa “complice” degli “appelli al ‘genocidio’ degli ebrei”. Lunedì, del resto, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha reso noto di aver adottato “misure punitive” contro Madrid, vietando al consolato spagnolo a Gerusalemme di fornire servizi ai palestinesi dal 1° giugno.

“Non tollereremo che qualcuno minacci la sovranità e la sicurezza di Israele”, ha dichiarato il ministro, accusando la Spagna di aver dato “una ricompensa ad Hamas”, il cui attacco del 7 ottobre nel sud di Israele ha scatenato l’attuale guerra nella Striscia di Gaza.

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RG 12.30 del 22.05.2024 Il servizio di Chiara Savi

RSI Info 22.05.2024, 15:17

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