L’FBI ha fatto sapere che sta indagando sul caso delle celebrità le cui foto private che le ritraggono nude sono state rubate da un hacker e pubblicate sul web. Il Federal Bureau non ha rivelato quali azioni ha intrapreso mentre la Apple ha fatto sapere di aver avviato una propria indagine per scoprire se l'account iCloud (il sistema di magazzino online della casa di Cupertino) è stato hackerato per rubare gli scatti.
L'inchiesta della polizia federale statunitense è partita dopo la denuncia del premio Oscar Jennifer Lawrence, la più colpita tra le star prese di mira dal pirata, che ha diffuso oltre 60 foto dell'attrice in bikini e nuda.
Il pirataggio in questione non è però il primo nel suo genere. Un anno fa un giudice USA aveva infatti condannato un hacker a 10 anni di prigione per avere violato la privacy dei conti mail di decine di attrici hollywoodiane.
“ICloud sistema sicuro se…”
Per Davide Gai, membro della Commissione ticinese per la protezione dei dati, “La sicurezza assoluta non esiste ma il sistema sotto esame, ovvero l’iCloud, è la forma più sicura di memorizzazione dei propri dati”.
“Non bisogna aver paura di affidare i documenti a questi nuovi strumenti, che sono più affidabili e dal costo contenuto, rispetto a una chiavetta USB, uno smartphone o ai piccoli server degli uffici”, ricorda l’esperto di informatica che ribadisce: “Con questi mezzi bisogna prestare attenzione ai sistemi di sicurezza che si adottano e la protezione per l’accesso ai dati deve essere proporzionale all’importanza dei dati stessi; è possibile non adottare password, oppure decidere di applicare dei sistemi di doppia identificazione, come quelli adottati dalle banche”.
Red.MM/ATS/AFP/RG/Swing/bin
RG delle 12.30 dell'1/09/2014; le considerazioni di Davide Gai, esperto informatico, al microfono di Giuseppe Limoncello