I carri armati israeliani hanno raggiunto domenica il centro di Khan Yunis, maggiore località nel sud della Striscia di Gaza, dopo aspri combattimenti che hanno caratterizzato in particolare la notte. E mentre proseguono anche i raid aerei, in assenza di una tregua il bilancio sul fronte palestinese continua ad aggravarsi: si sfiorano ormai i 18’000 morti.
Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato i combattenti di Hamas ad arrendersi, mentre il movimento islamico ha avvertito che senza un nuovo cessate il fuoco nessuno dei 137 ostaggi ancora nelle sue mani “uscirà vivo da Gaza”. Diversi sono già morti, l’ultimo un paio di giorni fa durante un tentativo di liberarlo con la forza. Nelle mani dei guerriglieri rimangono 105 persone.
Gaza, l'appello dellOMS
Telegiornale 10.12.2023, 12:30
L’UNRWA, l’Agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, ha apertamente accusato Israele di voler espellere verso l’Egitto i due milioni di abitanti della Striscia, cosa che Tel Aviv nega. Malgrado le riserve di diversi Paesi occidentali, come Stati Uniti, Canada e Australia, i 34 membri del Consiglio esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanità hanno adottato una risoluzione che chiede “il passaggio immediato, duraturo e senza ostacoli dell’aiuto umanitario” verso Gaza.
La crisi in Medio Oriente è stata al centro anche di una lunga telefonata - durata 50 minuti - tra Vladimir Putin e Netanyahu. Il premier israeliano avrebbe criticato la posizione di Mosca in rapporto al conflitto a Gaza (ha votato a favore della risoluzione per il cessate il fuoco, poi fermata dal veto statunitense) e la vicinanza della Russia all’Iran. Da parte sua l’inquilino del Cremlino ha espresso preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, dicendosi pronto ad aiutare in qualsiasi modo la popolazione civile.