Le guardie della Rivoluzione iraniana, i pasdaran, hanno annunciato venerdì sera di aver sequestrato una petroliera britannica con 23 persone a bordo nello stretto di Hormuz. Il Governo britannico ha ammesso di aver perso i contatti con la nave cisterna.
La presa in ostaggio della petroliera britannica arriva all'indomani dell'annuncio, sempre dei pasdaran, del sequestro dell'emiratina Riah, accusata di contrabbando di petrolio, mentre Gibilterra ha prolungato oggi di un mese il fermo dell'iraniana Grace 1, già bloccata da due settimane per presunte violazioni delle sanzioni europee alla Siria.
La "guerra delle petroliere" rischia di precipitare in un conflitto più esteso. Il presidente statunitense Donald Trump ha parlato dell'Iran al telefono con l'omologo francese Emmanuel Macron ed ha avvertito Teheran di non fare "nulla di stupido", altrimenti "pagherà un prezzo che nessun altro ha mai pagato". Il monito dell'inquilino della Casa Bianca segue tra l'altro il botta e risposta di queste ore sul presunto drone iraniano abbattuto dagli Stati Uniti, smentito dall'Iran.
"Non abbiamo perso alcun drone nello stretto di Hormuz né altrove. Temo che la USS boxer abbia abbattuto un loro drone per sbaglio!", è stata la risposta sprezzante del viceministro degli Esteri Abbas Araghchi all'annuncio arrivato direttamente da Trump, mentre le Guardie della rivoluzione hanno pubblicato le immagini del drone prima e dopo il momento del presunto abbattimento, in modo da smentirlo una volta per tutte.
Per il Parlamento iraniano, Trump sta solo cercando di "creare tensioni". Una guerra psicologica che non conosce sosta. Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno emesso nuove sanzioni contro 12 tra entità e individui basati in Iran, Belgio e Cina legati alle attività di proliferazione nucleare della società iraniana Tesa. Complici tutte queste tensioni, le quotazioni del petrolio sono tornate a salire, mentre quelle dell'oro hanno toccato i massimi da sei anni.
ATS/M. Ang.