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Setta keniota, trovati anche bimbi strangolati

Nella foresta di Shakahola continua la ricerca dei cadaveri- Il Paese africano è sotto shock per quanto sta emergendo dalle autopsie

  • 02.05.2023, 15:08
  • 20.11.2024, 11:24
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Kenya, strage di fedeli

Telegiornale 02.05.2023, 12:30

Di: afp/OCartu/TG 

Nella foresta di Shakahola, in Kenya, da settimane si continua a scavare alla ricerca di cadaveri. Al momento sono 109 quelli recuperati: si tratta di persone decedute per aver seguito le parole di due pastori che ai fedeli della loro chiesa promettevano di poter incontrare Gesù privandosi del cibo. Come già emerso sarebbero morte di fame, ma le prime autopsie hanno pure rilevato dei segni di strangolamento su alcune giovani vittime.

Il caso ha suscitato orrore e incomprensione in questo Paese religioso dell'Africa orientale. Bethy Kahindi, parente di una vittima ed ex frequentatrice della setta, è ancora alla ricerca di sua sorella e dei suoi figli: "L'ultima volta che l'ho sentita era il giugno dell'anno scorso. Mi ha detto che andava in una foresta isolata, di dimenticarmi di lei e che ci saremmo ritrovate in paradiso".

Identificati due sospetti

Due pastori kenioti sono stati chiamati a comparire in tribunale perché sospettati di essere coinvolti in quanto successo nella foresta del sud-est del Kenya, dove si riuniva la setta. Il tribunale ha dichiarato che uno di loro sarà perseguito per "terrorismo": si tratta del pastore e fodnatore della Good News International Church, Paul Nthenge Mackenzie. È stato presentato ai giudici del tribunale di Malindi martedì mattina, insieme ad altri otto imputati. L'ex tassista è accusato di aver spinto i seguaci della sua organizzazione a morire di fame "per incontrare Gesù".

Al termine dell'udienza è stato trasferito a Mombasa, a circa 100 km di distanza. La seconda città del Paese ospita "un tribunale abilitato a trattare i casi previsti dalla legge sulla prevenzione del terrorismo", ha dichiarato il procuratore Vivian Kambaga.

Un pastore ricco e famoso deve comparire in tribunale

Per Ezekiel Odero, il più famoso pastore del Paese, il tribunale dovrà pronunciarsi sulla richiesta dei pubblici ministeri di tenerlo in custodia per 30 giorni mentre si svolgono le indagini sul suo possibile coinvolgimento in quello che viene ora chiamato il "massacro della foresta di Shakahola".

Secondo l'accusa, "ci sono informazioni credibili che collegano i corpi riesumati (...) a Shakahola" a "diversi seguaci innocenti e vulnerabili (della chiesa di Odero) che sono morti". I suoi avvocati hanno denunciato l'infondatezza della detenzione. "Non è stata portata alcuna prova. (...) Finora non c'è alcuna denuncia" contro Ezekiel Odero, ha dichiarato alla stampa uno degli avvocati, Cliff Ombeta, fuori dal tribunale dove erano riunite alcune decine di fedeli che pregavano e cantavano.

L'arresto di Ezekiel Odero ha anche aperto una nuova pista nel caso: le vittime potrebbero non essere tutte membri della Good News International Church. Il televangelista, che gestisce la sua chiesa chiamata New Life Church and Prayer Centre, è indagato per "omicidio", "aiuto al suicidio", "rapimento", "radicalizzazione", "crimini contro l'umanità", "crudeltà verso i bambini" e "frode e riciclaggio di denaro".

I primi risultati dell'autopsia

Il bilancio dei morti, per la maggior parte bambini, è ancora provvisorio poiché la ricerca di fosse comuni non si è ancora chiusa. Oltre alle morti causate dalla fame, le prime autopsie hanno permesso di scoprire che in due bambini erano presenti segni di morte per asfissia.

Un Paese dagli innumerevoli culti religiosi

Lo scandalo ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione del culto religioso in Kenya. Il Paese è prevalentemente cristiano e conta ben 4'000 "chiese" secondo i dati ufficiali. I precedenti tentativi di regolamentarne le attività hanno incontrato una forte opposizione, soprattutto in nome della libertà di culto.

Alla fine di aprile, dopo la scoperta delle prime decine di corpi, il presidente keniota William Ruto ha promesso misure contro coloro che "usano la religione per portare avanti un'ideologia losca e inaccettabile", paragonandoli a "terroristi".

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