Sette cittadini svizzeri hanno attraversato con successo giovedì il confine per entrare in Egitto dalla Striscia di Gaza, lo ha riferito il consigliere federale Ignazio Cassis. La comunicazione è avvenuta attraverso un aggiornamento su X, dove il ministro degli esteri ha espresso il suo profondo sollievo, estendendo un caloroso ringraziamento a tutti gli individui e le organizzazioni che hanno facilitato questa operazione. Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) ha aggiunto che sei dei sette individui possiedono la doppia cittadinanza. La partenza da Gaza è avvenuta attraverso il valico di Rafah, noto per essere uno dei pochi punti di transito tra la Striscia e l’Egitto.
Al loro arrivo sul versante egiziano, il personale dell’Ambasciata svizzera al Cairo ha preso in carico i sette cittadini, garantendo loro assistenza e protezione consolare come confermato dal DFAE. Nel frattempo, il dipartimento guidato da Cassis ha riconosciuto la presenza di un altro cittadino svizzero-palestinese che rimane a Gaza, in attesa di poter lasciare la Striscia. Il DFAE ha anche menzionato che quattro altri individui con doppia cittadinanza hanno scelto volontariamente di rimanere a Gaza per il momento.
Gaza, aperto anche oggi il valico di Rafah
Telegiornale 02.11.2023, 12:42
Israele, “siamo dentro Gaza City, è circondata”
Nel frattempo, l’esercito israeliano continua “a colpire terroristi e distruggere infrastrutture del terrore” nella Striscia. “Le nostre forze sono nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza City, circondandola e approfondendo l’operazione”. Lo ha detto il capo di Stato maggiore Herzi Halevi. “Stiamo combattendo in una densa e complessa area urbana che richiede combattimento professionale e coraggio”.
Secondo Halevi, le forze di terra nella loro operazione dentro Gaza “sono accompagnate da un’accurata intelligence, con fuoco dal mare e dal cielo. Questo accoppiamento rende il combattimento molto più efficace”.
Non è ancora chiaro come procedere al trasferimento di carburante agli ospedali di Gaza se questo dovesse finire. Halevi ha affermato che il rifornimento sarà consentito “e faremo di tutto per garantire che non serva agli obiettivi militari di Hamas”. Poco dopo è però arrivata la smentita dell’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, che ha precisato di non aver approvato questa operazione.
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