L'accordo sui migranti raggiunto tra i paesi dell'Unione Europea è un compromesso, in parte inatteso a causa della distanza delle diverse posizioni, ma che allo stesso tempo permette a tutti di cantare vittoria, secondo la valutazione di Paolo Magri, direttore Istituto per gli studi di politica internazionale.
Il testo, sottolinea Magri, fissa dei principi ma rimanda al futuro una messa in pratica.
L'intesa permette, almeno per il momento, a leader su posizioni molto distanti di tornare nei propri paesi affermando di conquistato una vittoria ma, rileva Magri, lascia molto spazio ad azioni volontarie e bisognerà vedere se i principi verranno poi messi in pratica.