Migliaia di civili sono in fuga da Idlib, ultima roccaforte delle opposizioni anti-Assad in Siria, teatro di una massiccia offensiva terrestre delle forze governative siriane, appoggiate dai cacciabombardieri russi. Nell'ultima settimana, ha stimato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, gli sfollati dalla regione siriana che si sono diretti verso il confine turco sono oltre 80'000.
Ankara "non si farà carico da sola di questo fardello di migrazioni", ha detto Erdogan. La questione dei migranti, secondo gli analisti, viene usata come leva dal leader turco per fare pressioni sull'UE e ottenere nuovi finanziamenti e concessioni, in un momento in cui il leader turco è aspramente criticato a livello internazionale, tra l'altro per la repressione avviata da Ankara nei confronti dei curdi in Siria. Già lo scorso 17 dicembre Erdogan aveva già polemizzato nei confronti dell'UE. "Per assicurare una stabilità duratura e una normalizzazione in Siria, il ritorno dei rifugiati è importante quanto la lotta al terrorismo. Tenerli in Turchia non può essere considerata l'unica soluzione alla questione migratoria siriana", ha aggiunto il leader di Ankara, tornando a lamentare presunti ritardi dell'UE nel trasferimento dei sei miliardi di euro (oltre 6,5 miliardi di franchi al cambio attuale) promessi nell'ambito dell'accordo del marzo 2016 per l'accoglienza dei siriani.
Una delegazione turca, intanto, è stata inviata in Russia, per discutere dei raid di Mosca e Damasco su Idlib.