Il sabotaggio di diverse petroliere, imputato ai Guardiani della rivoluzione iraniana, l'abbattimento da parte di Teheran di un drone statunitense e la distruzione di un drone iraniano da parte della nave anfibia USS Boxer è quanto sta accadendo nello stretto di Hormuz nelle ultime settimane.
Elementi che inquietano, più che per la loro entità, per la possibilità che nell'area molto trafficata e al culmine della tensione, un incidente possa sfociare in uno scontro aperto. Ma la porta alla diplomazia non è chiusa: il ministro degli esteri iraniano Javad Zarif, da New York ha minimizzato l'accaduto dicendosi ignaro dell'abbattimento di un drone iraniano.
Secondo il giornale britannico Guardian, Teheran si sarebbe detta disposta a sottoporsi a ispezioni più stringenti sul suo programma nucleare a patto che vengano revocate le sanzioni statunitensi. Washignton, difficilmente potrà acconsentire, siccome vuole che la Repubblica islamica rinunci al programma balistico e al coinvolgimento nei paesi vicini come Iraq, Siria e Yemen, dove è presente militarmente o a sostegno di altre milizie.