Un risarcimento per la morte dei loro cari durante le tre diverse ondate pandemiche, causate da quella che definiscono una malagestione sanitaria. I parenti delle vittime da Covid-19 hanno deciso di portare fino in tribunale la contestazione per l'azione delle autorità nel contrasto alla pandemia.
Oltre 500 famiglie chiedono ora per la morte dei loro cari una compensazione per danni non patrimoniali, del valore di circa 100 milioni di euro, sia alle istituzioni nazionali, che alla Regione Lombardia.
"Una causa storica"
Giovedì a Roma si è tenuta la prima udienza del processo civile. Una causa di portata storica per l'inedita ampiezza nazionale secondo i promotori, di cui fa parte anche l'avvocata Consuelo Locati: "Tutta una serie di impreparazioni sistematiche hanno fatto sì che l'Italia abbia avuto una percentuale di morti altissima", ha spiegato alla RSI uno dei membri del team legale e che ha peraltro perso pure lei il papà, a Bergamo.
Oltre alle critiche per "l'assoluta inesistenza del piano che, secondo i ricorrenti, sarebbe dovuto essere redatto in base ad una decisione del Parlamento europeo del 2013 rispettando quanto definito dalle linee guida dell'OMS", la class action punta il dito anche contro quanto fatto dopo la prima ondata.
I familiari pretendono risposte
Il team di legali ha presentato un faldone di documenti di oltre 2'000 pagine che è stato messo a disposizione dei giudici. All'esterno del Tribunale, in viale Giulio Cesare, i familiari delle vittime hanno esposto uno striscione con l'hashtag "Sereni". "Da questo processo aspettiamo le risposte che la politica non ci ha saputo fornire - ha raccontato un familiare - Il nostro obiettivo è capire se i nostri cari potevano essere salvati".
"Al tribunale civile di Roma - hanno chiosato i promotori - chiediamo di rimuovere quel silenzio e quell'omertà che abbiamo riscontrato a livello politico".
Italia, la gestione della pandemia in tribunale
Telegiornale 08.07.2021, 22:00