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Stato-mafia, sette condanne

Concluso dopo 5 anni il processo per la trattativa fra le autorità italiane e le cosche - L'unico assolto è Mancino

  • 20 aprile 2018, 18:26
  • 23 novembre, 01:47
Il giudice del caso

Il giudice del caso

  • ansa

La Corte d'Assise di Palermo, che ha celebrato il processo sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia, ha assolto dall'accusa di falsa testimonianza l'ex ministro democristiano Nicola Mancino. Giudicate prescritte le accuse nei confronti del pentito Giovanni Brusca, sono stati invece condannati tutti gli altri imputati: gli ex vertici del ROS Mario Mori (12 anni di carcere), Giuseppe De Donno (8) e Antonio Subranni (12), l'ex senatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri (12), Massimo Ciancimino (figlio dell'ex sindaco Vito, 8) e i boss Leoluca Bagarella (28) e Nino Cinà (12).

Dopo la morte di Totò Riina, erano rimaste nove le persone alla sbarra. Al centro del dibattimento, iniziato nel 2013, c'era il presunto negoziato fra le autorità e l'organizzazione malavitosa per far cessare le stragi, in cambio di concessioni e alleggerimenti nella lotta ai clan.

pon/ANSA

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