Si chiude oggi, venerdì, il Forum economico mondiale 2025 (WEF). Ma che rilevanza ha avuto questa edizione, nel momento in cui tutti gli occhi erano puntati su Washington e sulla nuova amministrazione Trump?
Sicuramente molte delle discussioni tenute a Davos restavano interlocutorie in attesa, al di là degli annunci, delle vere decisioni della nuova amministrazione USA. Un esempio su tutti è stato rappresentato dagli incontri, anche ad altissimo livello, sul futuro dell’Ucraina. Si potrebbe pensare che le cose dette a Davos potrebbero essere cancellate con un colpo di spugna, fra pochi giorni, da un’iniziativa di Washington. La presenza non solo del presidente Zelensky, ma anche del comandante dell’aviazione ucraina, di molti ministri, anche della Polonia e dei Paesi baltici, ha avuto il merito di dare accesso diretto alla loro strategia per il futuro, come pure mostrato il rischio di trovarsi con un cessate il fuoco calato dall’alto, magari da Stati Uniti e Cina, senza poter essere consultati.
RG 12.30 del 24.01.2025 - L’inviata Bettina Müller in collegamento da Davos con Gabriele Bohrer
RSI Info 24.01.2025, 12:46
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Un dato che è emerso a Davos, e lo ha detto la presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, è che nessun governo europeo, quindi nemmeno quello svizzero, ha avuto contatti diretti con la nuova amministrazione USA. Per questo motivo, l’intervento video di Donald Trump, ieri, ha rappresentato il primo contatto diretto da cui sono emerse alcune indicazioni che l’economia e la politica europea aspettavano.
Lo spirito del WEF è quello del dialogo fra parti avverse, di cooperazione internazionale in un mondo globalizzato. Ma non è forse un modello che ha fatto il suo tempo, se pensiamo ai nuovi segnali che arrivano non solo dagli Stati Uniti, ma anche da altre potenze? L’impressione, considerando che è riuscito a portare a Davos 3’000 leader politici ed economici di 130 Paesi diversi, è che il WEF resti un forum di grande rilievo e che non tutto, in un mondo grande e vario, si riduca alle decisioni della Casa Bianca. Al di là degli annunci di una nuova era che comincia, basata su altri principi con cui le potenze più forti a livello economico e militare decideranno le sorti del mondo, la ricerca di un terreno comune resta nell’interesse della maggior parte dei Paesi. Il fatto di aver ospitato a Davos anche personalità come ad esempio il diplomatico iraniano Javad Zarif, e aver dato spazio anche a quel punto di vista, resta un’occasione di dialogo rara. L’eccezione che conferma la regola di parlare con tutti è la Russia di Putin, ormai bandita dal Forum economico mondiale.
Il nostro corrispondente da Davos
Telegiornale 24.01.2025, 12:30