Ambiente

Sul clima è scattato “l’allarme rosso”

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato al mondo e la temperatura media è salita di 1,45 gradi sopra i livelli pre-industriali - Guterres: “Il pianeta è sull’orlo del collasso”

  • 19 marzo, 15:07
  • 22 marzo, 13:41
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Uno schermo televisivo mostra una mappa del caldo estremo durante la conferenza stampa della WMO

  • Keystone
Di: ATS/joe.p. 

Sul clima è scattato l’allarme rosso. Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato al mondo da quando ci sono rilevazioni scientifiche (ovvero da 174 anni, ndr.), con la temperatura media di 1,45 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali. Lo rende noto il nuovo rapporto dell’Organizzazione meteorologica internazionale (OMM) presentato oggi (martedì).

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Celeste Saulo durante la conferenza stampa dell'OMM a Ginevra

  • Keystone

Secondo Antonio Guterres, “la Terra è sull’orlo del collasso e sta lanciando una chiamata di soccorso”. “L’ultimo rapporto sullo stato del clima globale mostra un pianeta sull’orlo del baratro”, ha aggiunto il segretario generale dell’ONU, secondo il quale il rapporto dell’OMM mostra che “i record non sono solo in cima alle classifiche, ma sono addirittura da capogiro”.

“Non siamo mai stati così vicini, anche se per ora temporaneamente, al limite più basso dell’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico di 1,5 gradi”,gli ha fatto eco la segretaria generale dell’OMM Celeste Saulo. “La nostra comunità lancia dunque l’allarme rosso al mondo”, ha concluso.

L’anno passato ha insomma frantumato tutti i record di caldo precedenti e ogni mese da giugno a dicembre è stato il più caldo mai registrato. Il riscaldamento, secondo l’OMM, è dovuto all’aumento in atmosfera dei gas serra di origine umana. I livelli di CO2 nell’atmosfera sono del 50% più alti rispetto all’era pre-industriale. Le concentrazioni dei tre principali gas serra (anidride carbonica, protossido di azoto e metano) hanno raggiunto livelli record nel 2022, e mostrano una continua crescita. Infine, al fenomeno di lungo periodo dei gas serra, l’anno scorso si è aggiunta pure l’influenza di El Niño, il riscaldamento periodico del Pacifico centromeridionale e orientale.

Dai ghiacciai agli oceani

La temperatura media non è stato l’unico record superato. Dal ritiro dei ghiacciai al calore sulla superficie degli oceani, senza dimenticare l’aumento del livello del mare e dei gas serra, diversi indicatori hanno raggiunto livelli record.

Da aprile in poi, le temperature della superficie del mare hanno raggiunto i massimi storici ogni mese, soprattutto in estate. Più del 90% degli oceani del mondo ha sperimentato ondate di calore ad un certo punto dello scorso anno.

Nel 2023 c’è stata la maggior perdita di ghiaccio dai ghiacciai mai registrata. Le perdite maggiori si sono verificate nel Nord America e in Europa. In Svizzera negli ultimi due anni i ghiacciai hanno perso circa il 10% del loro volume, nel Nordamerica il 9%.

L’Antartico ha raggiunto il volume più basso in oltre 40 anni nel febbraio 2023. E sebbene non si tratti di un record, anche l’Artico è stato al di sotto della norma.

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