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Svelati i tesori offshore di politici e VIP

Il Consorzio internazionale di giornalismo investigativo pubblica i “Pandora Papers” - Coinvolta una fiduciaria di Lugano

  • 3 ottobre 2021, 22:53
  • 10 giugno 2023, 14:47
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Lo scandalo dei Pandora Papers

Telegiornale 03.10.2021, 22:00

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Di: ludoC/AFP/ATS 

Cinque anni dopo i “Panama Papers”, una nuova inchiesta giornalistica svela i patrimoni nascosti nei paradisi fiscali da leader mondiali, politici, miliardari e personalità del mondo dello spettacolo: 12 milioni di nuovi file sono stati passati in rassegna da circa 600 giornalisti che fanno parte dell’ICIJ, il consorzio internazionale del giornalismo investigativo. L’inchiesta, battezzata “Pandora Papers”, ha permesso di fare luce sull’attività di 14 società di servizi finanziari e 29'000 società offshore.

Stando al TagesAnzeiger, che ha partecipato all’inchiesta giornalistica, a essere coinvolta è anche una fiduciaria di Lugano.

Sono almeno 35 i capi di Stato o di Governo che secondo il consorzio hanno dissimulato i loro averi, così come una miriade di celebrità dello sport, della moda e dello spettacolo, e – si legge sul sito dell’Espresso, settimanale italiano legato all’ICIJ – “criminali, ex terroristi, bancarottieri, trafficanti di droga e boss mafiosi”. Sono tutti clienti di 14 società che fabbricano società bucalettere nei Caraibi per permettere, per esempio, di effettuare transazioni immobiliari o occultare le loro ricchezze al fisco.

Il ricorso a società offshore in molti casi non è perseguibile penalmente, ma nel caso dei politici finiti al centro dell’inchiesta l’ICJI sottolinea il parallelo tra i discorsi anticorruzione e l’occultamento di beni nei paradisi fiscali.

I file rivelano per esempio come il Re di Giordania Abdullah, storico alleato degli Stati Uniti, abbia usato varie società fantasma per acquistare per oltre 100 milioni di dollari proprietà di lusso a Malibu, in California, a Londra e a Washington. In Europa i documenti espongono l'acquisto per 22 milioni di dollari di un castello in Francia, vicino Cannes, da parte del premier ceco Andrej Babis, politico miliardario che si presenta come populista avversario dell'élite europea. Mentre in Africa puntano al presidente del Kenya Uhuru Kenyatta: pur dipingendosi da anni come nemico numero uno della corruzione, Kenyatta e alcuni dei suoi stretti familiari hanno creato almeno sette entità offshore per nascondere denaro e beni immobiliari per più di 30 milioni di dollari.

Nei documenti figura anche la famiglia reale britannica, che tramite il fondo della Regina ha acquistato per 67 milioni di sterline una proprietà a Londra legata alla famiglia del presidente dell'Azerbaigian, Ilham Aliyev, accusata di corruzione. Sempre restando in Gran Bretagna i PandoraPpapers notano come Tony e Cheire Blair hanno risparmiato centinaia di migliaia di sterline in tasse sulla proprietà con l'acquisto di un edificio per uffici a Londra tramite una società offshore

L’ICIJ e i “Panama Papers”

L’ICIJ era balzato agli onori della cronaca già nel 2016, con la pubblicazione dei cosiddetti “Panama Papers”, inchiesta che ha chiamato in causa l’attività dello studio panamense Mossack Fonseca, specializzato anch’esso nella creazione di società offshore, impiegate per l’ottimizzazione fiscale o semplicemente per evadere il fisco. E anche questa volta lo Stato centroamericano è finito nell’occhio del ciclone, tanto da spingere le autorità a scrivere al Consorzio osservando come le nuove rivelazioni potrebbero infliggere un nuovo pesante colpo alla reputazione del Paese.

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Panama Papers, esplode uno scandalo mondiale offshore

Telegiornale 04.04.2016, 14:30

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