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Svezia nella NATO non prima di ottobre

Il nostro Parlamento non si riunisce nei prossimi due mesi, dice il presidente turco – Dietro c’è una complessa partita diplomatica

  • 12 luglio 2023, 19:50
  • 15 luglio 2023, 23:29
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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan al vertice NATO di Vilnius

  • Reuters

L’atto di adesione della Svezia alla NATO non sarà ratificato prima di ottobre: lo ha detto in conferenza stampa a Vilnius il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, al termine del vertice dell’alleanza atlantica. Due giorni fa (lunedì) il segretario generale dell'alleanza Jens Stoltenberg aveva annunciato che il capo dello Stato turco aveva finalmente accettato di sbloccare il processo di adesione di Stoccolma. L’annuncio era stato subito salutato da Stati Uniti, Germania ed altri Paesi, ma il diretto interessato era stato molto più silenzioso.

Ora la precisazione, che non è di poco conto: il parlamento turco non è in sessione nei prossimi due mesi, ha spiegato Erdogan, e quindi la ratifica – che è un atto parlamentare - non potrà arrivare prima di ottobre. “Il nostro obbiettivo”, ha affermato, “è di finalizzare la questione il prima possibile”.

Alla vigilia del vertice, Stoltenberg aveva annunciato che l’ingresso della Svezia (che ha presentato domanda il 18 maggio del 2022, un giorno dopo la Finlandia) sarebbe avvenuto “molto presto”. Ma la precisazione di Erdogan significa che Stoccolma non farà parte dell’organizzazione ancora per un po’. Sicuramente non ad agosto, quando Erdogan – che si è ritagliato n ruolo chiave nella crisi tra Russia e Ucraina – dovrebbe ricevere il presidente russo Vladimir Putin.

Una partita complessa

Evidentemente non è solo questione di procedure: se lo volesse, Erdogan - che dal 2018 è di fatto anche primo ministro, una carica abolita nel 2017 - potrebbe chiedere una convocazione straordinaria del “Meclis” (la Grande assemblea nazionale) dove il suo partito, l’AKP, dispone di 263 seggi e insieme agli alleati ha una maggioranza di 323 seggi su 600.

Alla vigilia del summit, Erdogan aveva tracciato un parallelismo tra la marcia della Svezia verso la NATO e quella della Turchia verso l’UE, un processo formalmente aperto nel 2005 ma da anni in stato di morte clinica. La Commissione europea aveva subito risposto che sono cose separate, ma il giorno dopo Erdogan e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel - dopo un incontro bilaterale a Vilnius - si erano detti d’accordo per “ri-energizzare” i rapporti UE-Turchia. Tra le misure che l’UE potrebbe decidere c’è la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi, misura che toccherebbe anche la Svizzera in quanto paese associato a Schengen.

Erdogan in posizione chiave

Erdogan - che ha a lungo condizionato il suo OK per l’adesione della Svezia ad una serie di concessioni da parte di Stoccolma sull’estradizione di militanti curdi del PKK - è ben piazzato anche per tentare di ottenere da Mosca l’estensione dell’accordo sull’export di grano ucraino che proprio la Turchia ha mediato lo scorso anno e che scade il prossimo 17 luglio. Mosca minaccia di non estenderlo e questo preoccupa molti, compresa la Turchia, per gli effetti che avrebbe sul prezzo mondiale del grano.

La partita è dunque estremamente complessa e delicata; gli svedesi dovranno rassegnarsi ad attendere, tanto più che un altro Paese, oltre alla Turchia, non ha ancora ratificato la loro adesione: si tratta dell’Ungheria, il cui premier Viktor Orban (anche se cerca di non darlo troppo a vedere) è da molti considerato un cavallo di Troia di Putin dentro l’UE.

La Finlandia è invece riuscita ad entrare nella NATO – che ora conta 31 membri – il 4 aprile 2023.

NATO, la sicurezza dell'Ucraina in primo piano

Telegiornale 12.07.2023, 12:30

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