L’Iran ha formalmente protestato contro l’arresto di due cittadini iraniani negli Stati Uniti e in Italia – quest’ultimo all’aeroporto milanese di Malpensa il 16 dicembre su ordine americano -, accusati di aver trasferito ai Guardiani della Rivoluzione iraniani, considerati da Washington organizzazione terroristica, tecnologia statunitense sensibile per la fabbricazione di droni. Droni che avrebbero ucciso tre militari americani in Giordania lo scorso gennaio.
L’accusa dagli Stati Uniti, la risposta di Teheran
Lunedì 16 dicembre i procuratori Usa hanno accusato Mahdi Mohammad Sadeghi e Mohammad Abedini-Najafabadi - quest’ultimo arrestato in Italia - di “cospirazione per esportare componenti elettronici sofisticati dagli Stati Uniti all’Iran in violazione delle leggi statunitensi sul controllo delle esportazioni e sulle sanzioni”, secondo una dichiarazione del Dipartimento di Giustizia statunitense.
L’Iran ha negato qualsiasi coinvolgimento nell’attacco, respingendo le affermazioni come “accuse infondate”. “Consideriamo tanto le crudeli e unilaterali sanzioni statunitensi contro l’Iran che questi arresti come contrari a tutte le leggi e gli standard internazionali”, ha detto sabato sera all’agenzia di stampa Tasnim il funzionario del ministero degli Esteri Vahid Jalalzadeh, aggiungendo che il ministero aveva “invitato” l’incaricato d’affari italiano e l’ambasciatore svizzero a Teheran, che rappresenta lì gli interessi degli Stati Uniti, a “dichiarare le sue proteste per gli arresti”.
Gli interessi in Svizzera di Mohammad Abedini-Najafabadi
Mohammad Abedini-Najafabadi, l’uomo proveniente da Istanbul arrestato all’aeroporto di Milano Malpensa il 16 dicembre scorso, è co-fondatore di una start-up registrata presso l’Innovation Park del Politecnico federale di Losanna (EPFL). Il Dipartimento di giustizia americano (DoJ), come detto, accusa lui e un suo complice di aver esportato illegalmente una tecnologia statunitense in Iran attraverso una società fittizia in Svizzera. La polizia italiana in aeroporto, quando ha fermato l’iraniano, ha eseguito la perquisizione dei bagagli sequestrando componentistica elettronica compatibile con i reati contestati dalla giustizia statunitense, materiale documentale cartaceo, bancario/commerciale e tre device telefonici e informatici. Da lì, l’uomo è stato poi condotto in stato di arresto presso il carcere varesino di Busto Arsizio.
“Oggi il Dipartimento di giustizia ha incriminato, e i nostri partner stranieri hanno arrestato, [un uomo] che accusiamo di aver fornito tecnologia sensibile utilizzata dall’esercito iraniano per uccidere tre militari americani in Giordania all’inizio di quest’anno”, ha dichiarato il 16 dicembre scorso il procuratore generale Merrick B. Garland, citato in una nota del DoJ. Stando al comunicato, il 38enne è il fondatore e direttore dell’azienda iraniana San’at Danesh Rahpooyan Aflak Co (SDRA), che produce moduli di navigazione utilizzati nel programma militare di droni del Corpo delle guardie della rivoluzione Islamica (IRGC). Gli Stati Uniti considerano l’IRGC un’organizzazione terroristica.
Le modalità per eludere le sanzioni
In relazione a questo caso è stato arrestato anche un cittadino iraniano-statunitense di 42 anni che vive negli USA. Attualmente impiegato presso un’azienda produttrice di microelettronica con sede nel Massachusetts e precedentemente fondatore di una società specializzata in sensori portatili, avrebbe cospirato con il primo imputato per aggirare le sanzioni statunitensi e fornire all’Iran - in particolare alla società SDRA - beni, servizi e tecnologie americane.
“A causa delle leggi statunitensi che limitano le esportazioni in Iran, (il primo imputato) ha creato una società di comodo in Svizzera, Illumove SA, per SDRA”, ha scritto il DoJ. Attraverso questa start-up con sede nel canton Vaud, i due complici hanno stipulato un contratto con l’attuale datore di lavoro del secondo imputato “per sviluppare un meccanismo di valutazione dei componenti elettronici” prodotti da questa società statunitense. Hanno poi “organizzato il trasferimento di beni, servizi e tecnologie di origine americana in Iran, tramite Illumove, a beneficio dell’SDRA”.
I motivi della menzione all’EPFL
Il 28 gennaio di quest’anno, l’attacco di un drone a una base statunitense in Giordania ha causato la morte di tre persone e il ferimento di oltre 40. Secondo l’FBI, il sistema di navigazione del drone era stato prodotto dall’SDRA. Illumove è stata fondata nel 2019 e registrata presso l’Innovation Park dell’EPFL, riferisce la piattaforma di dati economici Moneyhouse. Il cofondatore della start-up vodese afferma sulla sua pagina LinkedIn di essersi formato in telerilevamento presso l’EPFL nel 2015-2016 e di aver iniziato un postdoc lì nel 2019.
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Notiziario 22.12.2024, 14:00
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