L'indagine di impeachment contro il presidente statunitense Donald Trump è entrata nella sua seconda settimana di udienze pubbliche, con le deposizioni di altri otto testimoni. I primi due hanno confermato le pressioni di Trump e dei suoi luogotenenti perché il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aprisse un'indagine sul rivale politico del magnate, il democratico Joe Biden, usando come leva il blocco degli aiuti militari americani e un invito alla White House.
USA: impeachment, audizioni a porte aperte
RSI Info 13.11.2019, 06:49
"Disagio" anche nei testimoni voluti dai Repubblicani
Anche due testimoni voluti dai repubblicani nell'ambito delle indagini hanno ammesso il disagio vissuto di fronte alla telefonata tra il presidente americano e quello ucraino e lo scetticismo per le accuse mosse a Biden da Rudolph Giuliani e sulla necessità di aprire indagini a Kiev.
Kurt Volker, ex inviato statunitense in Ucraina, ha confermato che Giuliani era impegnato a promuovere "teorie del complotto" ai danni di Biden. Volker, però, ha definito le accuse all'ex vicepresidente "non credibili".
Tim Morrison, ex responsabile del consiglio per la sicurezza nazionale, ha raccontato invece della sua delusione dopo la telefonata Trump-Zelensky (pur non ritenendola illegale), e ha confermato come l'ambasciatore USA presso l'UE, Gordon Sondland, disse che le indagini volute da Trump sui rivali politici erano "la condizione" per erogare gli aiuti militari a Kiev. La testimonianza mercoledì dello stesso Sondland, chiamato in causa a più riprese da altri, è ora particolarmente attesa.
Impeachment, perché?
RSI - Fabio Dotti 31.10.2019, 20:48
Le critiche di Trump all'indagine e il colpo di scena
Le testimonianze arrivano mentre la Casa Bianca è costretta a smentire le voci di un malore del presidente dopo una visita inattesa, sabato, all'ospedale militare Walter Reed, alle porte di Washington. Finora Trump e i repubblicani hanno criticato l'indagine, sostenendo che i testimoni non avevano conoscenze di prima mano ma, nel caso del colonnello Alexander Vidman - responsabile per l'Ucraina nel consiglio per la sicurezza nazionale (Nsc) - e di Jennifer Williams - consigliera del vicepresidente Mike Pence per Europa e Russia - è diverso: entrambi erano presenti alla controversa telefonata del 25 luglio in cui Trump chiese a Zelensky il "favore" di aprire un'inchiesta sui Biden. E tutti e due la trovarono "preoccupante". "Una telefonata impropria, fuori del senso del dovere", che "minava la sicurezza nazionale USA e favoriva gli obiettivi strategici russi in Ucraina", ha confermato Vidman, veterano decorato della guerra in Iraq, presentatosi in una uniforme militare carica di medaglie.
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