Oggi, sabato, gli aiuti internazionali potranno raggiungere tutte le aree colpite del forte sisma dello scorso lunedì in Turchia e Siria, dove i soccorritori hanno estratto vivi diversi bambini dalle macerie anche a oltre 100 ore dalle potenti scosse che hanno devastato il sud e il nord dei due Paesi. Nelle ultime ore infatti sono stati estratti dalle macerie un bambino nella Siria nordoccidentale e un neonato di 18 mesi nel sud della Turchia, ad Antakya.
Secondo gli ultimi dati ufficiali, il terremoto di magnitudo 7,8 ha ucciso almeno 24'218 persone: 20'665 in Turchia e 3'553 in Siria.
Il Governo siriano ha nel frattempo deciso di autorizzare "la consegna di aiuti umanitari all'intero Paese" - comprese le aree controllate dai ribelli - dove 5,3 milioni di persone rischiano di rimanere senza casa. Il Programma alimentare mondiale (PAM), un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite, ha stimato in 874'000 il numero di persone colpite dal terremoto nei due Paesi e ha chiesto 77 milioni di dollari per fornire loro cibo. Damasco ha però affermato che la distribuzione degli aiuti dovrebbe essere "supervisionata dal Comitato internazionale della Croce Rossa e dalla Mezzaluna Rossa siriana", con il supporto delle Nazioni Unite. Fino ad oggi, quasi tutti gli aiuti alle aree siriane controllate dai ribelli sono arrivati dalla Turchia attraverso il valico di Bab al-Hawa, l'unico attualmente garantito dalle Nazioni Unite.
L'OMS stima che 23 milioni di persone in entrambi i Paesi siano "potenzialmente a rischio, tra cui circa cinque milioni di persone vulnerabili" e teme una grave crisi sanitaria che causerebbe più danni del terremoto. Le organizzazioni umanitarie sono particolarmente preoccupate per la diffusione del colera, che è riemerso in Siria.