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Adana: ruspe, dolore e speranza

Reportage da una delle città turche colpite dal sisma; in altre zone del paese, la situazione è ancora più grave - La macchina dei soccorsi a singhiozzo

  • 8 febbraio 2023, 16:25
  • 20 novembre, 11:59
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Adana, Sevim: "Abbiamo salvato anche un bambino"

Italo Rondinella 08.02.2023, 15:23

Da Adana, Italo Rondinella

Il sole – nonostante l’aria gelida – è l’unica cosa bella ad Adana a due giorni dal terremoto che ha devastato il Sudest della Turchia e il nord della Siria.

I soccorritori (protezione civile, pompieri e volontari) lavorano anche di notte per cercare di riscattare qualche altro corpo vivo dalla distruzione. Ma – come ci ha raccontato Sevim che lavora per l’unità di soccorso del Comune di Seyhan, un distretto della provincia di Adana – dopo 36 ore dal sisma trovare ancora gente viva sotto le macerie è quasi impossibile. Verso le 7 del mattino del giorno 7 febbraio il corpo senza vita di una donna è stato estratto dalle macerie dell’edificio che ho filmato durante la prima notte.

Le ruspe del comune hanno continuato a scavare per ore ma nessuna traccia di vita in effetti. Sotto il palazzo ne sono morti nove. Erano rientrati a casa per recuperare qualche vestito dopo che la prima scossa aveva risparmiato la struttura; ma la seconda è stata loro fatale.

Se l’edificio fosse crollato con il primo terremoto, sarebbe stata una strage ancora più grave perché dentro ci vivevano quasi 50 famiglie.

Restano precarie le condizioni statiche di molti palazzoni rimasti in piedi.

Secondo le testimonianze dei funzionari dell’AFAD e dei soccorritori che ho intervistato la situazione ad Adana è ancora preoccupante ma non tanto quanto quella delle province di Kahramanmaraş, Adıyaman e Hatay dove il terremoto ha provocato una vera ecatombe e dove la macchina dei soccorsi si sta muovendo con fatale ritardo.

La mancanza di squadre di soccorso professioniste

Ho raccolto la drammatica testimonianza di un’amica originaria di Hatay che mi racconta di aver perso 12 membri della propria famiglia, compresa la nonna, diversi zii e cugini, tra cui due bambini piccolissimi, che vivevano tutti nello stesso edificio che a distanza di due giorni dal crollo non è stato toccato.

Il problema in quella zona è la mancanza di squadre di soccorritori professionisti – come ha lamentato anche il sindaco di Hatay Lütfü Savaş.

Se non fosse stato per i cittadini sopravvissuti, non sarebbe stato estratto neanche un corpo vivo.

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