Sono più di 700 le persone finite dietro le sbarre martedì in Turchia perché sospettate d'avere legami col predicatore Fethullah Gülen, che Ankara ritiene ispiratore del tentato colpo di Stato del luglio 2016.
La retata, una delle maggiori del genere negli ultimi mesi, non è che uno dei tanti picchi del programma di purghe ed epurazioni in atto, che si traduce settimanalmente col fermo di decine, per non dire centinaia, d'indiziati.
Il ministro dell'interno Süleyman Soylu l'aveva preannunciata domenica, sottolineando l'intenzione d'eradicare celermente la ribellione. Una tabella di marcia apparentemente rispettata, visto che, tra sospensioni, licenziamenti e carcerazioni, i puniti sono ormai centinaia di migliaia.
AFP/dg
RG 18.30 del 12.02.19: la corrispondenza di Filippo Cicciù
RSI Info 12.02.2019, 19:32
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