Almeno 400’000 persone sono intrappolate nel nord della Striscia di Gaza e i recenti ordini di evacuazione delle autorità israeliane stanno costringendo le persone a fuggire, soprattutto dal campo di Jabalya.
Lo scrive su X Philippe Lazzarini, capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). Egli sottolinea che “rifugi e servizi sono costretti a chiudere. Alcuni per la prima volta dall’inizio della guerra”.
“Con la quasi totale assenza di beni di prima necessità, la fame si sta diffondendo e aggravando - prosegue il messaggio -. Questa recente operazione militare minaccia anche l’attuazione della seconda fase della campagna di vaccinazione antipolio per i bambini. I bambini sono, come sempre, i primi e i più colpiti. Meritano molto di più, meritano un cessate il fuoco adesso, meritano un futuro”.
Intanto, mercoledì, funzionari palestinesi hanno comunicato la morte di almeno 18 persone - tra cui cinque bambini e due donne - a causa di bombardamenti sferrati nel centro e nel nord dell’enclave. Due attacchi, sostengono, hanno colpito campi profughi nella zona centrale di Gaza.
La diretta da Haifa con Thomas Paggini
Telegiornale 08.10.2024, 20:00
La mente dietro il 7 ottobre: “è ora di riprendere gli attentati kamikaze”
Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, ha ordinato ai leader del gruppo terroristico di riprendere gli attacchi suicidi in Israele poco dopo aver sostituito Ismail Haniyeh alla guida del politburo di Hamas: lo riporta il Wall Street Journal (WSJ) citando funzionari dell’intelligence araba.
I funzionari affermano che la mente del 7 ottobre ha inviato questa direttiva: “È il momento di rilanciare gli attentati suicidi”. Alcuni membri anziani di Hamas avrebbero delle riserve sulla decisione. Il WSJ conferma anche le indiscrezioni secondo cui Sinwar avrebbe recentemente ripreso i contatti con i mediatori sul cessate il fuoco. A fine settembre le IDF avevano sostenuto di aver ucciso il leader di Hamas in un raid aereo sulla Striscia.
Prevista telefonata tra Biden e Netanyahu
Per mercoledì pomeriggio è prevista una telefonata tra il presidente Usa Joe Biden e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere dei piani di Israele per colpire l’Iran. Lo riporta Axios, citando come fonte tre funzionari statunitensi e precisando che si tratta del primo colloquio tra i due dopo due mesi di tensione riguardo alla guerra in Medio Oriente.
Fumo nel cielo sopra Sin El Fil, in Libano
Sette milioni di franchi in aiuto alla popolazione libanese e siriana dal Consiglio federale
Il Consiglio federale ha deciso di stanziare altri 7 milioni di franchi in aiuto della popolazione civile in Libano e in Siria. Il denaro è destinato al Fondo umanitario dell’ONU per il Libano, al Comitato internazionale della Croce Rossa, alla Croce Rossa libanese e all’Alto commissariato dell’ONU per i rifugiati in Siria.
Lo stanziamento permetterà di offrire ai civili riparo, assistenza e protezione, ma anche beni essenziali di prima necessità, come acqua, cibo e medicine.
La cifra, prelevata dalla riserva d’emergenza della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), si aggiunge ai 79 milioni di contributi destinati all’aiuto umanitario in Medio Oriente nel 2024.
Gli scontri non si fermano nella regione
Il fronte libanese
Telegiornale 08.10.2024, 20:00
Mentre le Forze di Difesa israeliane continuano a perseguire i loro obiettivi militari in Libano e a Gaza con bombardamenti, le forze sciite di Hezbollah continuano a bersagliare il nord dello Stato Ebraico, dove risuonano a più riprese le sirene d’emergenza.
Martedì l’Aeronautica israeliana ha coordinato ampi attacchi nelle due regioni, colpendo “185 obiettivi terroristici di Hezbollah in Libano” e “45 obiettivi terroristici di Hamas” nell’enclave. Gli obiettivi contemplavano “cellule terroristiche, siti infrastrutturali, strutture militari, posti di osservazione, lanciatori e depositi di armi”, hanno reso le IDF.
Malgrado i successi militari, l’esercito israeliano sta affrontando casi di insubordinazione, stando a quanto riporta Haaretz: 130 soldati non presteranno servizio a meno che il governo non concluda un nuovo accordo sulla presa degli ostaggi a Gaza.