USA, comizi e proteste

Il primo raduno elettorale di Donald Trump si terrà oggi, sabato in Oklahoma. La Corte suprema locale ha respinto la richiesta di bloccare l’evento per i rischi di diffusione del nuovo coronavirus. Si tratta di un comizio controverso: il presidente statunitense ha scelto di organizzarlo nella città di Tulsa, già teatro di uno dei peggiori massacri a sfondo razzista, avvenuto quasi un secolo fa, fra il 31 maggio e il 1° giugno del 1921, quando una massa totalmente fuori controllo di bianchi americani iniziò ad attaccare i residenti e le attività commerciali della comunità afroamericana in tutto il quartiere cittadino di Greenwood (soprannominato "Black Wall Street"). I morti, secondo l’ultimo rapporto della Croce Rossa Americana, del 2001, sono stati almeno 300.

Trump aveva inizialmente scelto la data del 19 giugno per il comizio, la stessa in cui nel Pase si festeggia l’emancipazione degli schiavi afroamericani. Dopo polemiche e proteste, l’evento è stato spostato di un giorno.

Strade piene per il Juneteenth

Migliaia di persone sono scese in strada venerdì, a Tulsa come del resto del paese, in occasione del 155esimo Juneteenth, la giornata che celebra la liberazione degli ultimi schiavi neri.

La festa si celebra ogni anno il 19 giugno, poiché in questa data, nel 1865, i soldati dell’Unione arrivarono a Galveston, in Texas, e annunciarono agli ultimi schiavi che la guerra civile era finita e la schiavitù abolita. Solitamente il Juneteenth viene festeggiato prevalentemente all’interno della comunità afroamericana, ma quest’anno, sulla scorta delle proteste antirazziste scatenate dall’uccisione di George Floyd da parte di un poliziotto bianco a Minneapolis, ha avuto un’eco ben maggiore e assunto un valore particolare in tutto il paese.

Diventerà giorno di festa per i lavoratori nello Stato di New York, dopo che la stessa decisione è stata presa anche dagli Stati di Virginia e Texas e sposata da alcune multinazionali come Twitter e Nike.