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Ucraina, dieci anni dopo la rivolta di piazza Maidan

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: fu “la prima vittoria della guerra di oggi”

  • 21 novembre 2023, 13:36
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Una donna ucraina con una bandiera bianca davanti alla polizia schierata a Kiev il 23 gennaio del 2014

  • Keystone
Di: Paolo Rodari 

Il 21 novembre l’Ucraina osserva la Giornata della dignità e della libertà, ovvero il giorno che nel 2013 diede inizio alla Rivoluzione della dignità, detto anche Euromaidan.

Dieci anni fa diversi attivisti scesero in piazza Maidan a Kiev per protestare contro la decisione del governo di sospendere la preparazione alla firma dell’accordo di associazione con l’Unione europea. Nei tre mesi dell’Euromaidan, le forze dell’ordine fecero diverse operazioni provando a disperdere la protesta, accompagnate poi da arresti, sequestri, torture e anche uccisioni.

Fu un momento difficile per la storia dell’Ucraina. Ma, insieme, importante. Tanto che oggi sono diversi coloro che intendono ancora farne memoria. Così, su X, la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola: “La rivoluzione di Maidan ha cambiato per sempre il futuro dell’Ucraina. Dieci anni dopo, in questo giorno di Dignità e Libertà, siamo orgogliosamente al fianco dell’Ucraina sull’orlo dei negoziati di adesione all’UE. Mentre l’Ucraina difende i nostri valori, per ogni missile lanciato dalla Russia, il nostro sostegno diventa sempre più forte”. Così, sempre su X, anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: la rivolta di Piazza Maidan di 10 anni fa fu “la prima vittoria della guerra di oggi”.

La svolta filorussa di Janukovič e le proteste

A prendere la decisione di non sottoscrivere il trattato di associazione politica ed economica con l’Unione Europea fu l’allora presidente in carica V. Janukovič. Fu lui, in sostanza, ad orientare il Paese in senso nettamente filorusso. Nonostante la durissima repressione da parte delle forze governative appoggiate dal Cremlino, le proteste, protrattesi per oltre tre mesi e concentratesi nella piazza Maidan di Kiev (da qui l’hashtag utilizzato in rete che ha dato nome al movimento), hanno portato alla deposizione nel febbraio 2014 del presidente Janukovič, sostituito ad interim da un governo provvisorio filo-occidentale fino all’elezione nel maggio 2014 di Porošenko.

La formazione di un governo legato agli Stati Uniti e all’Europa ha provocato la dura reazione di Mosca, che ha accolto la richiesta di annessione della Crimea e sostenuto i gruppi filorussi presenti nelle regioni orientali dell’Ucraina, segnatamente nelle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e di Lugansk nel Donbass, inducendo l’UE e gli USA ad adottare sanzioni economiche contro la Federazione Russa ed esacerbando le contraddizioni interne del Paese, non sedate nonostante la firma degli accordi noti come Protocollo di Minsk (settembre 2014) e Protocollo di Minsk II (febbraio 2015).

Il giorno più sanguinoso della protesta fu il 20 febbraio del 2014. In tutto i morti furono più di cento. Dalle finestre delle abitazioni che circondavano piazza Maidan spararono sulla folla diversi cecchini. Da chi furono armati è ancora oggi oggetto di discussione. Janukovyč ha più volte negato di avere ordinato alla polizia di aprire il fuoco. E ha accusato invece l’opposizione di avere dato il là alle sparatorie: “Nessun potere vale una goccia di sangue”, ha detto. E ancora: “Molte volte i miei sostenitori mi hanno sollecitato ad agire in maniera più risoluta contro Maidan, ma non l’ho mai fatto. Avremmo dovuto disarmare gli elementi estremisti, gli stessi che ora sono un rompicapo per i nuovi leader”.

Mosca ha sempre sostenuto che la rivoluzione di Maidan è stata un colpo di Stato orchestrato dall’Occidente per indebolire la Russia e non un movimento popolare contro la corruzione e l’orientamento filorusso del regime.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha ripetuto queste accuse anche martedì scorso e ha insistito sul fatto che la Russia continuerà la sua “operazione militare speciale”, e “raggiungerà i suoi obiettivi”.

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Deici anni dalla rivolta di Euromaidan

Telegiornale 21.11.2023, 12:30

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