“Il sorriso di un bambino vale una vita”, questo è il motto di Marco Rodari, il “Claun Pimpa”, col naso rosso e un cuore grande. Gira il mondo e le zone di guerra portando la sua gioia per “far sorridere il cielo”, diradando così i grigi nuvoloni delle bombe. Questa mattina, ospite di Setteventi su Rete Uno e LA2, Marco Rodari ha raccontato la sua esperienza a Leopoli, in Ucraina, dove si è recato per la seconda volta dall’inizio del conflitto.
La tragedia nella tragedia
A Leopoli, il “Claun Pimpa” si è recato in molti orfanotrofi della zona, incontrando giovani e giovanissimi che hanno perso i loro genitori, ma anche ragazzi con disabilità. Questi ultimi vivono, infatti, una “tragedia nella tragedia”, spiega ai microfoni della RSI. “I bambini hanno la gioia stampata nel DNA”, racconta Marco Rodari, spiegando come ridere sia davvero l’unica speranza rimasta in questa guerra che cancella tutto il resto, dai palazzi alla spensieratezza degli anni più belli.
La sofferenza dei bambini è identica
La guerra “è il fallimento dell’essere umano", spiega, il fallimento come specie, perché tocca le fragilità dei bambini: le bombe cadono, i genitori muoiono e i piccoli scappano e hanno paura. La sofferenza che essi provano è la stessa in qualsiasi conflitto, indipendentemente che sia in Iraq, in Siria o a Gaza, racconta il clown.
Prima di quel fatidico 24 febbraio 2022, che ha segnato l'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, nel mondo c’erano 420 milioni di bambini che vivevano in zone di guerra. Ora se ne sono aggiunti altri 8 milioni, il che porta il totale a un giovane su cinque nel mondo. “E che mondo sarà mai quello in cui non si mette la salute e la felicità dei bambini al primo posto?”, si domanda Marco Rotari. Già, che mondo sarà, ci si chiede e nel frattempo le bombe continuano a cadere.
Il Pimpa dà i numeri...
Nata nel 2015, l'associazione "Per far sorridere il cielo", di cui Marco Rodari è presidente, ha raccolto più di 450'000 euro in donazioni, ricostruendo abitazioni, donando kit scolastici e presidi sanitari e incontrando ben 950'000 bambini in Egitto, Iraq, Siria, Gaza, Italia e ora in Ucraina.