Il prossimo "grande passo" dell'umanità nello Spazio sarà quello di una donna. La NASA ha ufficializzato pochi giorni fa il piano della missione Artemis che conta di riportare l'uomo sulla Luna nel 2024. L'ultima volta che un astronauta ha calpestato il suolo lunare è stato nel 1972, con l'Apollo 17. Da allora, il nostro satellite ha smesso di attirare l'interesse (e soprattutto le risorse) dei Governi.
Ma ora, gli Stati Uniti, sotto l'amministrazione Trump, hanno deciso di ripetere l'impresa. Che però sarà diversa sia da un punto di vista simbolico - nell'equipaggio per la prima volta ci sarà una donna -, sia tecnologico, sia strategico: l'Agenzia spaziale americana questa volta vuole mettere piede sulla Luna per restarci. L'obiettivo di lungo termine, infatti, è creare le condizioni per l'installazione di una base, al polo sud, al servizio di più ambiziose missioni future. E lo vuole fare sotto il segno di una donna (Artemide, nella mitologia greca, era la sorella di Apollo).
26.09.2020 - L'uomo torna sulla Luna (insieme alla donna)
Telegiornale 26.09.2020, 20:00
La capsula, già messa a punto, si chiama Orion e sarà lanciata da un nuovo, più potente, sistema chiamato SLS. "Con il programma Artemis, robot e umani cercheranno, e potenzialmente estrarranno, risorse come l'acqua che potrà essere convertita in ossigeno e carburante", scrive la NASA in un comunicato. Una base di questo tipo, oltre a permettere di testare e affinare la tecnologia in un contesto extraterrestre, offrirebbe un vantaggio per la copertura di distanze più lunghe, finora impensabili. Come quelle verso Marte. Il pianeta rosso, infatti, potrebbe essere la vera grande sfida della fine del decennio.
Ma prima di arrivarci, la strada è lunga. E i passi da compiere, adesso, sono tutti "terrestri". Per rispettare le tempistiche, infatti, la NASA deve ottenere entro Natale il via libera dal Congresso per un finanziamento da 3,2 miliardi di dollari, su un costo complessivo della missione di 28 miliardi. Nel mezzo, però, c'è l'incognita delle elezioni presidenziali, e anche della futura linea politica, che potrebbe spingere o rallentare la corsa verso lo Spazio.