La Commissione europea ha presentato la sua "minimum tax" per le multinazionali che prevede un’aliquota fiscale del 15% e stabilisce come sarà applicata in modo "coerente e corretto" in tutta Europa. La proposta segue l’accordo internazionale già raggiunto in seno all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) da 137 paesi in ottobre.
Le norme si applicheranno a qualsiasi grande gruppo, sia nazionale sia internazionale, con una società madre o una controllata situata in uno Stato membro. "Non stiamo abolendo la concorrenza fiscale", ha sottolineato il commissario per l’economia europeo Paolo Gentiloni, "non stiamo introducendo un'armonizzazione dell'imposta sulle società nell'UE. Quello che stiamo introducendo è un tetto alla corsa al ribasso".
I due pilastri dell'accordo
L'accordo internazionale, finalizzato lo scorso ottobre all'OCSE, si fonda su due pilastri: il primo riguarda la parziale redistribuzione dei diritti di imposizione e il secondo la tassa minima per le multinazionali. Su quest'ultimo pilastro, nel disegno di legge di Bruxelles si prevede che se l'aliquota effettiva minima non è imposta dal paese in cui una società a bassa imposizione è ubicata, sono previste disposizioni che consentono allo Stato membro della società madre di applicare un'imposta complementare. La proposta garantisce inoltre un'imposizione effettiva nel caso in cui la società madre sia situata al di fuori dell'UE in un paese a bassa imposizione che non applica norme equivalenti.