Alla vigilia del terzo anniversario della Rivoluzione di piazza Tahrir, che portò alla cacciata di Hosni Mubarak, l’Egitto è scosso da una serie di attentati e per la prima volta subisce un attacco terroristico da un kamikaze.
Un'autobomba alle luci dell'alba
Alle prime luci dell’alba un attentatore suicida a bordo di un’autobomba si è fatto esplodere nel quartier generale delle forze di sicurezza del Cairo uccidendo 5 persone e ferendone almeno altre 80, tra cui dieci in maniera grave. L’esplosione ha devastato l’edificio distruggendo parzialmente anche il Museo dell’arte islamica. L’attacco è stato rivendicato dal gruppo jihadista Ansar Bait al Makdis, che afferma di aver agito contro “le forze di sicurezza, infedeli e sanguinarie”.
"Morte ai Fratelli Musulmani"
In risposta alla strage, poco dopo, nella capitale egiziana, migliaia di persone si sono radunate davanti al comando della polizia colpito dall’atto suicida gridando slogan a favore di El Sisi, che aveva deposto Morsi lo scorso luglio, e inneggiando alla morte dei Fratelli Musulmani.
Bomba anche in un cinema
Poco dopo altre tre bombe sono esplose nell’arco di poche ore: una nei pressi di una stazione metropolitana che ha causato un morto, un’altra in un commissariato e la terza, drammatica, nei pressi di un cinema, nonostante l’obiettivo fossero sempre le forze di sicurezza.
Scontro fra pro-Morsi e forze dell'ordine: 15 morti
Puntuali come avevano promesso, dopo mezzogiorno i manifestanti pro-Morsi e tutte le forze anti-governative sono scese nelle strade di tutto il paese. Nel primo pomeriggio sono dilagati gli scontri fra l’esercito, deciso alla vendetta, e i dimostranti, in cui hanno perso la vita almeno 15 persone. Il bilancio più grave riguarda la città di Fayyum, dove sono morte tre persone, fra cui una bambina di sette anni.
ATS/ANSA/web/GTa
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