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Voci critiche nella cerchia di Putin

Alcuni uomini d'affari vicini al presidente esprimono il loro dissenso per l'invasione dell'Ucraina - Contro la guerra anche la figlia del portavoce del Cremlino, Elzaveta Peskova

  • 28 febbraio 2022, 12:22
  • 20 novembre, 18:34
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Di: eb/Modem/AFP 

Dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, iniziano a emergere le prime crepe nel consenso del presidente Vladimir Putin. Mentre una parte della popolazione è scesa in piazza per manifestare contro la guerra sfidando la repressione, anche diverse celebrità e alcuni uomini d'affari stanno esprimendo il proprio dissenso nei confronti della linea del Cremlino.

Il rapper Oxxxymiron, molto popolare in Russia, ha cancellato tutti i propri concerti sostenendo che in periodo di guerra non c'è tempo per il divertimento. Lo scacchista professionista Yan Nepomniachtchi, nel primo giorno di invasione ha twittato: "La storia ha visto molti giovedì neri, ma quello di oggi è più buio di qualsiasi altro". Ci sono diverse voci critiche tra le nuove generazioni: Elzaveta Peskova, figlia del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, e Sofia Abramovich, figlia dell'ex proprietario del Chelsea, si sono espresse contro la guerra.

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Ma domenica hanno preso posizione anche importanti uomini d'affari ritenuti vicini al presidente ("oligarchi") - come ha fatto sapere la giornalista Rosalba Castelletti, inviata di Repubblica a Mosca, nella puntata di Modem di oggi. Tra questi, Mikhail Fridman, proprietario di una società di fondi di investimento a Londra, LetterOne. Nato e cresciuto in Ucraina, Fridman ha scritto una lettera ai suoi dipendenti dicendosi assolutamente contrario a questa guerra.

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Significativa anche la posizione di Oleg Deripaska, esponente di peso dell'industria dei metalli russa con l'azienda Basic Element e considerato molto vicino a Putin (era stato messo nella lista nera degli Stati Uniti quando indagavano sulle influenze russe nelle presidenziali statunitensi del 2016). Sul suo canale Telegram, Deripaska ha invocato la pace.

Si tratta di singole voci che non fanno vacillare la solidità del Cremlino, ma che potrebbero moltiplicarsi anche di fronte alle pesanti sanzioni economiche decise dai Paesi occidentali.

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