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Von der Leyen promette 35 miliardi a Kiev

Ottavo viaggio della presidente della Commissione europea in Ucraina alla vigilia di un inverno difficile - Fondi garantiti dai proventi generati dagli averi russi congelati

  • 20 settembre, 13:14
  • 20 settembre, 14:21
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Von der Leyen e Zelensky in conferenza stampa

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Di: AFP/pon 

L’Unione Europea intende mettere a disposizione dell’Ucraina un prestito di 35 miliardi di euro, parte di un impegno da 50 miliardi di dollari assunto dal G7 in occasione del vertice di giugno. Il prestito sarà garantito dagli averi russi congelati in Europea (300 miliardi circa), i cui proventi devono servire a ripagarlo. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, a Kiev venerdì per l’ottava volta dall’inizio del conflitto. “Di fronte ai continui attacchi russi, l’Ucraina ha ancora bisogno di aiuto”, ha dichiarato.

Al suo arrivo in mattinata alla stazione della capitale, von der Leyen aveva comunicato sui social media di essere venuta a portare l’aiuto di Bruxelles alla vigilia di un inverno che si annuncia particolarmente difficile, perché i bombardamenti degli ultimi mesi hanno messo fuori uso una buona parte delle infrastrutture energetiche del Paese, tanto che nei momenti di picco dei consumi verrà a mancare una capacità di 6 GW, un terzo del fabbisogno. “Non permetteremo che l’Ucraina resti al buio”, ha ribadito la presidente dell’Esecutivo comunitario in conferenza stampa.

Accanto a lei, il capo di Stato ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che i fondi saranno usati per la difesa antiaerea, l’energia e l’acquisto di armi, augurandosi che non vengano bloccati. In seno all’UE ci sono da superare in particolare le resistenze dell’Ungheria: ogni sei mesi, il blocco degli averi russi va rinnovato all’unanimità e quindi Budapest ha la possibilità di opporsi. La garanzia, quindi, potrebbe venir meno, mentre per il prestito basta una maggioranza di Paesi che rappresenti i due terzi della popolazione dell’UE, e questa appare assicurata.

Zelensky si è quindi soffermato sul proprio piano per mettere fine al conflitto, che dipenderà però dalle decisioni che gli alleati dovranno prendere in tempi brevi, entro la fine dell’anno. E a questo proposito, la prossima settimana sarà a Washington.

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