Fra autunno e inizio estate se ne contano almeno 2'200. Amano gli alberi della capitale e la loro presenza accompagna quotidianamente i cittadini. Gracchiano da mattina a sera, fanno qualche simpatica visita sui balconi ma depositano anche massicce quantità di escrementi su biciclette, panchine e marciapiedi. Loro, le cornacchie, apprezzano clima e cibo. I cittadini invece sono divisi fra chi le ama e chi non ce la fa più. Un problema? Sì, se la convivenza si fa pesante. Le autorità hanno provato di tutto per farle sloggiare da alcuni quartieri, senza riuscirci.
Gufi contro cornacchie a Berna
"Allontanare i nidi? Lo stesso giorno ne spuntano di nuovi -spiega Sabine Tschäppeler, direttrice del Centro di competenza natura ed ecologia della città di Berna-. Abbiamo tagliato gli alberi: inutile. Abbiamo coperto i nidi: vi sono rientrate da sotto, facendo un buco. Anche coi laser abbiamo provato. Un successo durato 3-4 giorni. Le cornacchie sono semplicemente molto intelligenti".
Troppo intelligenti
Esclusa la narcotizzazione, l'avvelenamento o la loro uccisione a colpi di fucile (possibile ma a condizioni severissime), l’ultima arma convenzionale impiegata sono gufi di plastica da piazzare sugli alberi, da spostare tuttavia ogni giorno. Non sono efficacissimi e sono i cittadini a doversi organizzare assoldare un gufo. Il futuro? L’impiego di falchi, si vedrà. Le autorità hanno in ogni caso mollato la presa: "Il nostro obiettivo non è farle sparire -aggiunge Sabine Tschäppeler-. Siamo responsabili per la biodiversità e pure loro vi appartengono. Non abbiamo invece rinunciato ad aiutare chi davvero è disturbato, per esempio perché non riesce a dormire”. Alla ricerca di un nuovo equilibrio uomo-cornacchia.
Gian Paolo Driussi
RG delle 18.30 del 7 maggio 2018; il servizio di Gian Paolo Driussi
RSI Info 07.05.2018, 20:30
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