Di questi tempi le notizie curiose che provengono dal mare sono di grande attualità: basti pensare al clamore suscitato dal diavolo nero oppure dal video in cui si vede un giovane in kayak inghiottito da una balena e poi risputato subito dopo.
L’ONU ha dedicato il decennio 2021-2030 alle scienze del mare. Tra gli organismi marini maggiormente studiati dalla scienza ci sono i polpi: animali dotati di grande intelligenza, hanno da sempre alimentato miti e leggende. La specie più nota è il polpo comune (Octopus vulgaris), ma ne esistono oltre trecento specie. Sulla cresta dell’onda grazie al polpo Paul durante i mondiali di calcio del 2010, i polpi non smettono di regalare sorprese.
Meglio cardi che mais
Serotonina 19.02.2025, 09:00
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L’idea comune che polpo e polipo siano sinonimi è un errore. Si tratta di due tipi di animali totalmente diversi fra loro, che troppo spesso vengono confusi. Chi di noi non ha mai visto sul menu di un ristorante specializzato in pesce e frutti di mare la scritta “insalata di polipo?” Ebbene, sempre che la struttura non voglia cucinarvi degli anemoni di mare o delle madrepore, si tratta di un malinteso. I polipi appartengono al gruppo degli Cnidari, mentre i polpi sono i molluschi cefalopodi a otto tentacoli che bene conosciamo e che vivono in quasi tutti i mari del mondo. Oltre ai polpi, nella classe dei cefalopodi troviamo anche altri animali celebri come i calamari e le seppie. Le loro appendici sono generalmente chiamate tentacoli, tuttavia dal punto di vista zoologico, è necessario distinguere i veri tentacoli dalle braccia. I tentacoli possiedono ventose solo nella parte finale dell’appendice, mentre le braccia sono caratterizzate da una doppia fila di ventose disposte per tutta la loro lunghezza. Quelle dei polpi sono dunque delle braccia.
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Esemplare di polpo comune con le ventose bene in evidenza
Si tratta di appendici fantastiche, ognuna dotata di mobilità indipendente e in cui ognuna delle numerose ventose è estremamente sensibile. Due terzi dei neuroni dei polpi risiedono infatti nelle braccia e non nella testa. Può capitare che mentre un tentacolo stia aprendo una conchiglia, gli altri siano usati dal polpo per esplorare il territorio. Le braccia possono inoltre rigenerarsi completamente, ad esempio quando il polpo ne perde uno a causa di un attacco da parte di un predatore.
Sono creature dotate di abilità cognitive sorprendenti, come illustrato nel magistrale documentario intitolato Il mio amico in fondo al mare (in inglese My Octopus Teacher), premiato con l’Oscar nel 2021. Questi cefalopodi possono utilizzare strumenti, giocare, mimetizzarsi e sfruttare la memoria per risolvere problemi complessi. L’evoluzione li ha dotati di grandi cervelli, i più grandi tra gli invertebrati e grazie alle loro straordinarie capacità di risolvere i problemi sono definiti intelligenti.
Altre curiosità rendono i polpi unici. Possiedono tre cuori: due pompano sangue venoso nelle branchie, mentre il terzo garantisce la circolazione nel resto degli organi. Quando nuota, il polpo è in grado di spegnere questo terzo cuore, il che rende il nuotare un’attività particolarmente impegnativa per questo animale. Ecco perché questi animali preferiscono “camminare” sul fondale. Ma perché non gli basta un solo cuore? Il motivo è che i polpi, per trasportare l’ossigeno, non usano l’emoglobina, ma un’altra proteina chiamata emocianina. L’emocianina è una molecola ricca di rame, ha la stessa funzione dell’emoglobina, ma con la differenza di rendere il sangue più viscoso. Il polpo ha quindi bisogno di maggiore pressione per ossigenare tutto il corpo.
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Dal punto di vista scientifico, questi animali stanno suscitando un grande interesse nel campo della robotica. In particolare, grazie alle loro capacità di irrigidire le loro braccia, grazie a contrazioni muscolari simultanee. Sembra banale, ma per un animale che non possiede una struttura rigida su cui i muscoli possono fare leva (come le nostre ossa), si tratta di una grande abilità. Non a caso diversi ricercatori e ricercatrici stanno cercando di ispirarsi a questo comportamento per alcune interessanti applicazioni tecnologiche.
Una ricercatrice italiana, Cecilia Laschi, ha ideato Octopus, il soft robot che riproduce i movimenti di un polpo reale: grazie a otto braccia può camminare lungo i fondali raccogliendo oggetti. Potrebbe ad esempio essere impiegato per ripulire i mari, ma non solo. Alcuni scienziati hanno invece realizzato un endoscopio ispirato ai movimenti dei polpi, da impiegare come strumento in chirurgia. Altri ancora hanno lavorato a una doccia robotica che può aiutare persone non completamente autosufficienti nelle attività di igiene personale. Il braccio robotico ispirato ai polpi funge da piccola doccia ed è in grado di muoversi in maniera autonoma grazie ad un comando vocale gestito dall’utente.
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Malgrado le sorprendenti caratteristiche di questi animali, secondo la FAO ogni anno si pescano circa tra le 350 mila e le 400 mila tonnellate di polpi, che tuttavia non riescono a soddisfare la domanda del settore gastronomico. Per alimentare questa grande richiesta, da diverso tempo c’è chi immagina la creazione di allevamenti intensivi di polpi, una pratica però controversa perché difficile da realizzare e soprattutto ritenuta devastante per il benessere (e la dignità) di questi animali. E c’è chi si è mosso in anticipo per vietare questa possibilità. I governi di Washington e California hanno votato severe leggi in difesa dei polpi nei due stati e, assieme a loro, molte organizzazioni e altri stati si stanno adoperando in loro difesa.
L’intelligenza del polpo
RSI Info 13.10.2020, 18:00
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Vedere questi animali con la lente delle loro straordinarie capacità e non solo attraverso quella gastronomica, potrebbe aiutarci a sviluppare un modo di vita più in armonia con il nostro Pianeta.