I servizi climatologici e meteorologici hanno una storia lunga circa 150 anni: più di un secolo di dati che, confrontati, ci consentono di confermare l’esistenza di un cambiamento climatico le cui cause predominanti sono da ricercare nell’attività umana. Tale fenomeno è evidente a livello mondiale nei pattern di circolazione atmosferica, nel ciclo dell’acqua, negli eventi estremi, nelle ondate di caldo e di freddo.
Ma nello studio dei meccanismi climatologici, nell’individuazione delle cause del riscaldamento globale e nella costruzione di ipotetici scenari futuri, osservare la variazione del clima in alcuni luoghi diventa strategico.
È il caso delle Alpi. Ciò che rende questo ambiente così speciale è la moltitudine di specifici microclimi – e dei relativi ecosistemi – che si sviluppano in un’area geograficamente limitata, a seconda dell’esposizione al sole, dell’angolo di inclinazione del versante, della differenza di temperatura che si riscontra sulle rocce o nelle zone innevate perennemente. Un laboratorio climatologico a cielo aperto, che consente dunque di raccogliere dati preziosi anche per le strategie di adattamento delle aree non alpine.