Gli sforzi dell'ex dipendente dell'amministrazione doganale ticinese, che da anni vive oltre confine - dove ha creato il Rifugio degli Animali Felici Onlus - potrebbero presto diventare realtà: la Regione Lombardia ha infatti deciso di approfondire la pratica per sovvenzionare la costituzione del CRAS, acronimo di Centro di recupero animali selvatici. In Lombardia ne esistono meno di dieci ed il più vicino ai confini ticinesi si trova a Sondrio. Si tratta di aree attrezzate con tanto di studi veterinari interni per la cura di questi animali, con professionisti a disposizione sulle 24 ore.
In Italia questi centri colmano una sorta di vuoto tra quello che la Legge impone, ossia la salvaguardia di tutta la fauna con tanto di reato se non si presta soccorso anche agli animali, e la realtà delle casse statali del Belpaese che, in talune occasioni, non sa: chi mandare a prendere questi animali, chi li curerà, dopo lo smantellamento delle Province e di quelle figure professionali che svolgevano questo compito. Per tutta la fascia di frontiera del varesotto, a pensarci negli ultimi anni è sempre stato Giancarlo Galli. A spese sue e grazie a donazioni che arrivano dalla Svizzera e dall'Italia. La situazione tuttavia è divenuta insostenibile e non solo per i costi. Basti pensare che solo nella scorsa estate, in meno di tre mesi, l'ex funzionario di Balerna ha raccolto oltre una trentina di animali: cervi, volpi, caprioli, quasi tutti abbattuti dalle automobili di notte come quello ripreso nel video. Una volta caricati in auto, con l'aiuto dei volontari, Galli partiva alla volta di cliniche nel milanese in una vera e propria corsa contro il tempo per recuperare la vita di questi selvatici.
Spesso il viaggio di oltre un'ora non è servito. L'animale agonizzante è morto prima. Di questa ecatombe sulle strade che vanno da Lavena Ponte Tresa al Gaggiolo si è occupata la stampa locale che ha portato l'appello di Galli al Governatore di Regione Lombardia, Attilio Fontana. Questi, sensibile al tema, ha inviato subito alcuni funzionari al rifugio per fare partire l'iter burocratico, conscio che il problema ha a che fare con la sicurezza di queste speciali bestiole, ma anche con quella delle persone che guidano gli autoveicoli. Il Noé ticinese, come è soprannominato in Italia, ringrazia commosso il presidente e tutti coloro che gli sono stati accanto per raggiungere questo suo grande sogno.