Quanto veramente sappiamo della realtà carceraria? Quali sono gli aspetti più oscuri della vita nei penitenziari? E poi, quali contraddizioni si collocano sullo sfondo di una sanzione come quella del carcere? Tanti interrogativi ai quali cerca di dare risposte Prison, un'esposizione recentemente aperta al Museo internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (MICR) di Ginevra. La collocazione non è casuale: le visite nelle carceri, le interazioni con i detenuti occupano, infatti, una parte importante del lavoro nel mondo dei delegati del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR).
La riproduzione di ambienti carcerari, fra i padiglioni dell'esposizione
Roger Mayou, direttore del MICR, ci spiega perché vale la pena cercare di capire il carcere nella sua dimensione più concreta al di là della cronaca e dell’immaginario che nutrono la nostra percezione, e che pure sono rappresentati nella mostra aperta fino al 18 agosto a Ginevra. "
I due paradossi della prigione", osserva, "
sono che mette ai margini della società degli individui che poi dovrà reintegrare e d'altra parte che mette così insieme tutti i criminali facendone una vera e propria scuola del crimine. I filosofi illuministi lo evidenziano fin dal Settecento pur difendendo il carcere come un progresso nella sanzione penale. E nel 1975 questa contraddizione é ricordata da Michel Foucault: in “Sorvegliare e Punire” il pensatore critico francese si domanda: 'la prigione non fa parte in realtà del problema che vuol risolvere'?"
In una cella del carcere partenopeo di Poggioreale
Visitiamo anche noi le tre grandi gabbie, le cui sbarre delimitano gli spazi espositivi e restituiscono il vissuto carcerario. A presentarceli è la curatrice
Sandra Sunier. "
La prima cella", ci spiega, "
mette in scena la vita carceraria quotidiana focalizzandosi sui due gruppi principali: i detenuti e i secondini. Mostrandone l'ambivalenza e la tensione, il rapporto di potere molto forte. La seconda cella è dedicata al lavoro in prigione che è soprattutto un modo per far passare il tempo, che diventa interminabile. L'ultima cella parla delle forme di resistenza: le rivolte, gli scioperi della fame, le evasioni".
"Parlatorio"
L’idea stessa della cella è un’eredità dei conventi: là dove il reprobo si redime, si pente e reintegra la società come uomo rinato. Ma è davvero così? Altre forme di giustizia – come quella riparatoria, basata sul contatto diretto tra le vittime e il delinquente - rimettono in discussione l’efficacia sociale della prigione. E le statistiche di criminalità, condanne, suicidi in carcere, sovraffollamento carcerario, mostrano come diverse politiche giudiziarie e penitenziarie caratterizzino le varie regioni della Svizzera. Quanto all'estero, se pure c’è una forte differenza tra le realtà penitenziarie di Francia e Germania, un vero e proprio abisso carcerario separa l’Europa dagli Stati Uniti.
Un'immagine della rivolta del 1971 nel carcere di Attica, nello Stato di New York, repressa nel sangue da esercito e polizia
Il merito di
Prison è di far riflettere sulla vita quotidiana dei carcerati: al di là di tutte le diverse concezioni ideologiche che giustificano la detenzione; siano esse di rieducazione sociale e personale, o di messa al bando definitiva dei criminali pericolosi per la società.
Gabriele Fontana
RG 18.30 del 01.04.19 - Il reportage di Gabriele Fontana
RSI Info 01.04.2019, 19:14
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