C’è una finanza che guarda “oltre”: che non si limita cioè a considerare il margine di profitto, ma che punta a coniugare quest’aspettativa con quelle inerenti all’impatto ambientale e alla responsabilità sociale. Al filone della finanza sostenibile è ormai legato in Svizzera un volume di investimenti ragguardevole: 390,6 miliardi di franchi nel 2017, e con un incremento di ben l’82% rispetto all’anno precedente. Una crescita esponenziale, se si considera - inoltre - che solo 4 anni fa il volume complessivo si attestava intorno a 71 miliardi.
Un grafico, in francese, che illustra l'evoluzione degli investimenti sostenibili in Svizzera nell'ultimo decennio
La finanza sostenibile, dopo aver occupato per anni una posizione di nicchia, rappresenta oggi “
un mercato abbastanza importante anche per la piazza finanziaria svizzera”. A darcene conferma è
Alberto Stival, vicedirettore del
Centro Studi Bancari (CSB) di Vezia, ma anche rappresentante per la Svizzera italiana di
Swiss Sustainable Finance (SSF), un’organizzazione attiva dal 2014 con l’obiettivo di promuovere il tema presso gli attori del mercato elvetico: manager, consulenti e naturalmente clienti del mondo finanziario.
I vari volti della finanza sostenibile
Questo lavoro sta dando i suoi frutti: agli investimenti sostenibili, infatti, corrisponde attualmente quasi il 16% del patrimonio complessivo in mano a casse pensioni svizzere e a società assicurative. Ma su cosa vertono, più nel dettaglio, queste tipologie di investimenti? Le declinazioni concernono vari ambiti: come lo sfruttamento delle energie rinnovabili, l’impulso al microcredito come strumento di sviluppo nei paesi più arretrati e il finanziamento di aziende con una governance d’impresa particolarmente rivolta alla valorizzazione del personale.
Le fonti energetiche rinnovabili, con importanti prospettive di guadagno, rappresentano un mercato di prim'ordine per la finanza sostenibile
Si tratta, in ogni caso, di distanziarsi da comparti che implicano gravosi costi sul piano ecologico e sociale, per procedere invece nella direzione diagonalmente opposta. “
Investendo in un’azienda virtuosa, anziché in una che, è risaputo, crea danni all’ambiente, ci muoviamo nell’ambito della finanza sostenibile”, spiega Stival. Un indirizzo che, intanto, fa sempre più presa su piccoli e medi investitori: “
Gli ultimi dati dimostrano come molta clientela retail, quando va in banca, richieda prodotti e fondi d’investimento sostenibili”.
Una significativa resa finanziaria
Poichè da ogni investimento è ovvio attendersi una certa resa, a frenare la propensione per gli investimenti sostenibili - legati spesso a settori economici all’avanguardia - possono però essere i maggiori costi iniziali che essi implicano. Che dire di questo aspetto? “Credo che l’ostacolo principale alla finanza sostenibile sia di tipo psicologico. Il cliente che ad esempio va ad investire in banca teme, probabilmente, di dover rimetterci sulla performance”, osserva il vicedirettore del CSB.
I rendimenti risultano comparabili a quelli degli investimenti convenzionali
Ma a sfatare questi timori sono autorevoli studi che evidenziano, sul medio-lungo termine, rendimenti parificabili o addirittura superiori a quelli degli investimenti tradizionali. In questo senso può essere utile l’analogia con le lampadine LED al posto di quelle a incandescenza: le prime hanno “
effettivamente un costo iniziale maggiore, ma sul lungo termine avremo addirittura un risparmio energetico. E credo che lo stesso modello funzioni anche per l’azienda sostenibile”, conclude quindi Stival.
Svizzera come piattaforma ideale
La Svizzera, afferma il nostro interlocutore, ha intanto tutte le carte in regole per emergere come una piattaforma di prim’ordine per la finanza sostenibile. A suffragare questa prospettiva, c’è tutta una serie di fattori: tradizione nella gestione patrimoniale, abbondanza di capitali gestiti, come pure una certa inclinazione al ragionare sul lungo termine, che certamente rientra nella mentalità elvetica. Nella Svizzera italiana invece, secondo Alberto Stival, “non abbiamo ancora colto del tutto il potenziale che risiede in questa tematica”.
Per la piazza finanziaria ticinese, attualmente in difficoltà, la finanza sostenibile può configurarsi come uno strumento di rilancio e di riposizionamento
La finanza sostenibile, sottolinea l’esponente di SSF, potrebbe infatti rappresentare uno strumento utile per riposizionare efficacemente la piazza finanziaria della regione, ora in difficoltà. “
Vedo comunque un grande interesse da parte dei gestori patrimoniali indipendenti”. Piccole realtà che ravvisano in questi investimenti un modo “
per creare con i propri clienti una relazione diversa; basata su valori condivisi e non più unicamente su performance e costi”. E i clienti delle nuove generazioni, assicura il vicedirettore del CSB, sono molto sensibili al tema.
Alex Ricordi