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Così Malta combatte la sete

L'endemica penuria di risorse idriche rende quest'isola-Stato uno degli ecosistemi più fragili del Mediterraneo e del mondo. Ma si resiste (3)

  • 27 giugno 2019, 07:46
  • 22 novembre, 21:51
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L'isola che resiste - Il mare nel bicchiere

RSI/Massimo Lauria - Gilberto Mastromatteo 27.06.2019, 07:45

«Ogni litro d'acqua prodotto con la tecnica dell'osmosi inversa, è un litro in meno estratto dalla falda acquifera. La tutela della nostra acqua sorgiva è fondamentale per la sopravvivenza dell'isola e di tutti noi». David Sacco e Stephen Zammit lavorano per la Water Service Corporation, emanazione del ministero per l'Energia di Malta. Fin dagli anni '60, La Valletta sviluppa una raffinata tecnologia, per trasformare l'acqua di mare in acqua potabile di altissima qualità, che oggi la vede tra i primi al mondo.

Da qualche mese è in costruzione una nuova galleria in profondità. Circa 11 km per connettere i serbatoi diretti alle abitazioni, aumentando la qualità dell'acqua in molte parti dell'isola e garantendo maggiore sostenibilità ambientale.

Malta e la sua osmosi inversa

Da sempre Malta lotta per sconfiggere la sete. L'endemica penuria di risorse idriche la rendono uno degli ecosistemi più fragili del Mediterraneo e del mondo. Eppure l'isola-Stato sembra aver vinto la sua sfida. L'acqua scorre nei rubinetti, ogni abitante consuma circa 35 metri cubi d'acqua all'anno. Uno sforzo straordinario, considerando che la media europea si attesta sui 200 metri cubi pro capite.

Massimo Lauria - Gilberto Mastromatteo

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