La battaglia è trans-nazionale. Città di ogni latitudine unite contro smog ed inquinamento. A dare l’esempio, 12 grandi metropoli globali - tra le quali Città del Messico, Barcellona, Seattle, Città del Capo, Los Angeles e Milano - che si sono impegnate a trasformare entro il 2030 i loro rispettivi comuni in zone senza energie fossili. L’ambizione di Oxford è ancora più radicale: ammirevole nelle intenzioni, ma oggettivamente meno complicata nella sua realizzazione (guarda il video). Parigi promette di mettere al bando le auto diesel entro il 2024, quelle a benzina entro il 2030. Per rendere il suo territorio urbano “più verde”, “più sano”, "senza energia fossile”. Con aree sempre più estese “a zero emissioni”, inaccessibili al vecchio motore a scoppio, a cominciare da quello diesel.
Congestion Charge
Un impegno comune, fortemente sostenuto da Tokyo, metropoli virtuosa, dove già oggi solo l’1% delle sue auto ha un motore diesel. Cultura ecologica, ma non solo. Perché la congestione del traffico costa all'economia circa 1% del Pil. Ecco spiegata l’ultima iniziativa di Londra contro le auto inquinanti. L’introduzione della 'T-charge', una tassa giornaliera da 10 sterline (13 franchi) per i vecchi veicoli che si spostano nel centro della metropoli. Nel 2003 la capitale britannica era stata tra le prime città al mondo ad imporre un pedaggio giornaliero (“Congestion charge”) per accedere alle zone più centrali. Ora ai mezzi con livelli di emissioni elevati - pre 'Euro 4' - la tassa è stata alzata a 21,5 sterline (28 franchi). Un’iniziativa sì per ridurre l’inquinamento, ma anche per snellire il traffico. Con benefici eco-nomici.
Lorenzo Amuso