Nizza è da tempo al centro delle attenzione dei servizi francesi. Nonostante sia una piccola provincia, dalle Alpes-Maritimes sono partiti circa il 10% dei jihadisti di tutta la Francia.
Abbiamo incontrato Brigitte Juy, cofondatrice di EntreAutres, la più importante associazione contro la radicalizzazione della regione che da anni segue e studia questo processo in atto attorno alla capitale della Costa azzurra. "Dal 2013 sono iniziate le chiamate dei lavoratori sociali e delle scuole", ci dice, "perché il fenomeno delle partenze prendeva sempre più peso".
"Non è una sorpresa"
Per Juy però non è stata una sorpresa. EntreAutres aveva già visto crescere a più riprese l’identitarismo e il comunitarismo di una parte della comunità musulmana a seguito di vari attentati. Conosceva già il devastante lavoro dei reclutatori eccellenti, come Omar Diaby, un nizzardo di origini senegalesi affiliato ad al Nusra, che la polizia sospetta abbia inviato decine di cittadini della provincia a combattere in Siria e Irak.
Non è solo questione di emarginazione
Convinta che l’emarginazione non spieghi il fenomeno, Juy crede che, come Gilles Kepel, l’Islam si stia radicalizzando nel mondo e che i discorsi integralisti facciano sempre più presa su una parte della popolazione di religione musulmana, anche se questa rimane sicuramente minoritaria.
Per far fronte ad un fenomeno che oggi interessa i giovanissimi, a partire dalle elementari, Brigitte Juy crede che sia fondamentale capirlo per poter individuare velocemente le possibili vittime. È una corsa contro il tempo perché i reclutatori dell’autoproclamato Stato Islamico sono già sul terreno con lo stesso obiettivo: individuare e circuire più vittime possibili.
Davide Mattei